A cura di Francesca Cirulli, dirigente di ricerca del Centro di Riferimento per le Scienze comportamentali e la Salute Mentale, Istituto Superiore di Sanità
Le malattie rare interessano molti aspetti della vita di una persona e della sua famiglia. Si tratta di condizioni croniche, progressive, spesso con esiti infausti, che hanno un profondo impatto psicosociale su chi ne è affetto e sulla famiglia, provocando in molti casi stress, ansia, depressione, isolamento. Quando queste patologie colpiscono i bambini gli effetti negativi possono essere amplificati, soprattutto nel caso di ospedalizzazione, un evento molto stressante. La separazione dai genitori e dagli amici, il ritrovarsi in un ambiente non familiare, che non può essere controllato, ed essere sottoposti a procedure e trattamenti medici, sono esperienze che possono incidere negativamente ritardando o rendendo meno efficaci le terapie. Per tali ragioni, lo sviluppo di approcci non farmacologici basati sulla regolazione emotiva e sull’umanizzazione delle cure attraverso terapie complementari è altamente auspicabile e ricercato dal personale sanitario.
Tra gli interventi complementari, gli Interventi Assistiti con Animali (IAA) sono strumenti innovativi che si basano sulla capacità di coinvolgimento emotivo che scaturisce dalla relazione con un animale da compagnia. Essi sono stati adottati nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale come interventi di supporto ai trattamenti medici convenzionali. La loro efficacia, ampiamente supportata da evidenze scientifiche, è ulteriormente avvalorata dalla loro crescente integrazione all’interno di protocolli clinici e dei percorsi riabilitativi neuromotori, psichiatrici e dei disturbi del neurosviluppo.
Gli IAA si fondano sull'interazione strutturata tra paziente/utente e un animale da compagnia appositamente preparato, prevedendo il coinvolgimento di un'équipe multidisciplinare composta da diverse figure professionali specificamente formate, che concorrono alla progettazione dell’intervento e al conseguimento di obiettivi specifici, siano essi terapeutici o riabilitativi, educativi o rieducativi, oppure ludico-ricreativi. Grazie alla loro versatilità, gli IAA possono essere applicati a diversi ambiti della salute individuale, offrendo benefici significativi sia a livello fisico che mentale, come testimoniato da una ormai consolidata letteratura scientifica.
Alcune evidenze indicano come, nel caso di pazienti ospiti di strutture, tra cui bambini sottoposti a cure oncologiche e palliative, l’applicazione di protocolli di intervento con il cane possano risultare efficaci nel modulare le risposte emotive e fisiologiche associate allo stress e al dolore. Tale approccio può migliorare il comportamento e l’umore, ad esempio riducendo l’ansia e mitigando eventuali comportamenti aggressivi. L’interazione con un animale, infatti, è in grado di conferire sicurezza e conforto, nonché di fornire l’occasione per vivere una nuova e stimolante esperienza anche in contesti fortemente medicalizzati.
L’impiego degli IAA in ambito ospedaliero può avere anche un effetto positivo sul personale sanitario - spesso sottoposto a situazioni fortemente stressanti - che può quindi beneficiare, insieme al paziente, degli effetti positivi scaturiti dall’interazione con l’animale. Tali benefici possono avere un effetto “rigenerante” sul personale sanitario, incidendo positivamente sulla relazione con il paziente.
A quasi dieci anni dall’emanazione delle Linee Guida Nazionali sugli IAA (Ministero della Salute, 2025) è auspicabile un rinnovato impegno istituzionale finalizzato all’aggiornamento delle linee di indirizzo al fine di favorire una applicazione sempre più ampia di tali interventi anche nei percorsi di presa in carico soprattutto di pazienti pediatrici con patologie gravi, incluse le malattie rare.