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“Noi, non loro”, l’inclusione parte anche dalle parrocchie

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Si intitola “Noi, non loro: il progetto di vita”, il secondo Convegno nazionale per la pastorale delle persone con disabilità, organizzato dalla Conferenza episcopale italiana dal 1 al 3 giugno 2023 presso il TH Roma – Carpegna Palace Hotel. 

L’evento segue, a distanza di qualche mese, il seminario dedicato a “Catechesi e disabilità – O tutti o nessuno!”, promosso lo scorso febbraio dall’Ufficio catechistico della diocesi di Roma, presso il teatro della parrocchia dei Santi Martiri dell’Uganda. In questa occasione sono stati presentati i risultati di un questionario proposto alle parrocchie della capitale da cui emerge che è il settore est a vedere la presenza di più persone con disabilità nelle parrocchie (40%); che mancano nelle comunità parrocchiali persone in grado di aiutare in tale ambito; che quasi mai (81%) le persone con disabilità sono inserite come operatori pastorali nella catechesi, ma anche che oltre la metà delle parrocchie riesce comunque a collaborare con le realtà sul territorio (scuole, associazioni, case famiglie, comunità alloggio, cooperative…).

Il pomeriggio di riflessione e approfondimento - aperto dal vescovo Daniele Salera, delegato diocesano per la catechesi, e seguito dagli interventi di suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio nazionale della Conferenza episcopale italiana per la pastorale delle persone con disabilità, e di don Luigi D’Errico, responsabile del Servizio diocesano per la pastorale delle persone con disabilità – ha mostrato la necessità di cambiare paradigma nei confronti delle persone con disabilità: non più l’assistenzialismo e neanche una sorta di protagonismo passivo che viene meno quando i ragazzi e le ragazze hanno ormai preso i sacramenti, bensì l’elaborazione insieme a loro di un piano di vita, “dove l’altro è colto in tutte le sue dimensioni, compresa la spiritualità - ha detto suor Veronica -, solo allora il cammino diventa bidirezionale, si cresce insieme. L’altro è conosciuto non per la sua diagnosi ma per la sua originalità. Le comunità per essere inclusive devono scoprire il contributo che le persone con disabilità possono offrire, ognuna con i propri talenti e capacità”.

Una didattica inclusiva è dunque possibile, anche nelle catechesi, se si utilizzano altri canali rispetto a quelli verbali e cognitivi: strategie logico-visive, mappe, schermi, traduzione in linguaggi e segni. È importante, in altre parole, valorizzare il corpo in tutti i suoi canali sensoriali. L’auspicio è quello che scrive Papa Francesco nell’Enciclica Fratelli tutti: “Voglia il cielo che alla fine non ci siano più gli altri ma solo un NOI”.

“Si sono fatti molti progressi verso le persone con disabilità in ambito medico e assistenziale, ma ancor oggi si constata la presenza della cultura dello scarto e molti di loro sentono di esistere senza appartenere e senza partecipare. Tutto questo chiede non solo di tutelare i diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie ma ci esorta a rendere più umano il mondo rimuovendo tutto ciò che impedisce loro una cittadinanza piena, gli ostacoli del pregiudizio e favorendo l’accessibilità dei luoghi e la qualità di vita, che tenga conto di tutte le dimensioni dell’umano” (Francesco 3.12.19).

Rivedi l’evento: https://www.youtube.com/watch?v=a_8yNJ7Ig38

  • Data di pubblicazione 16 maggio 2023
  • Ultimo aggiornamento 16 maggio 2023