Uno smartphone, dotato di uno specifico software, potrebbe aiutare le persone con alcune tipologie di disabilità ad usufruire in modo indipendente degli eventi del tempo libero, a fare telefonate e a svolgere attività della vita quotidiana. Il software è stato messo a punto e sperimentato, in uno studio apparso di recente su una rivista internazionale, Universal Access in the Information Society, su cinque adulti con moderate disabilità intellettive e menomazioni visive o visivo-motorie. E i risultati non sono mancati.
“La nostra indagine è parte di un filone di ricerca – spiega Giulio Lancioni, dell’Università di Bari, coordinatore dello studio - che si propone di sviluppare e valutare soluzioni tecnologiche accessibili per promuovere opportunità ricreative, comunicative e occupazionali per persone con disabilità multiple: intellettive, di tipo sensoriale e/o motorio”.
Lo strumento utilizzato è stato uno smartphone Samsung Galaxy A10, corredato da otto mini dispositivi di registrazione vocale, quattro dei quali contenevano richieste registrate di canzoni di cantanti/band (tempo libero), mentre gli altri quattro contenevano richieste registrate di telefonate con persone conosciute. I periodi in cui i partecipanti allo studio potevano impegnarsi nel tempo libero e nella comunicazione si alternavano a periodi in cui lo smartphone li invitava a svolgere attività funzionali, ossia attività che replicano i gesti della vita quotidiana, e presentava istruzioni verbali per le fasi dell'attività.
“I risultati sono stati molto positivi – conclude Lancioni - con il sostegno tecnologico, i pazienti arruolati sono stati in grado di raggiungere tutti e tre gli obiettivi previsti (accedere alle attività del tempo libero, telefonare e realizzare con successo e con precisione le attività funzionali). Hanno perciò potuto ascoltare le loro canzoni preferite, comunicare al telefono con persone evidentemente non presenti, alternando a tutto ciò le performance di attività occupazionali funzionali, per le quali il software stesso ha fornito loro le istruzioni: singoli passaggi che i partecipanti hanno potuto eseguire correttamente. E lo hanno potuto fare in maniera del tutto autonoma. Tanto che abbiamo già pianificato nuovi studi e nuovi sviluppi da intraprendere in questa area”.