A cura di Laura Coccia, già atleta con disabilità e parlamentare, Associazione DisabilmenteMamme, Bruxelles
Cos’è l’inclusione? Tutti ne parlano, tutti la cercano e, non riuscendo a comprenderne a pieno il significato, si cerca di far rientrare ogni tipo di diversity in canoni standardizzati e tranquillizzanti.
Vi svelo un segreto: ogni diversity è diversa una all’altra, perché è determinata da fattori socioeconomici e culturali. Questo è vero ancora di più per le persone con disabilità.
L’accettazione di sé e l’accettazione della propria condizione da parte della società circostante è determinante nel processo di inclusione di una persona con disabilità. Lo sviluppo di un nuovo linguaggio e di una nuova sensibilità è sicuramente molto importante da questo punto di vista, ma lo sport può giocare un ruolo cruciale. Le regole dello sport, infatti, prescindono dalle abilità e sono uguali per tutti i partecipanti, ponendoli in una condizione di uguaglianza in partenza. Inoltre, lo sport ha la capacità di porre il limite contro sé stessi e non per forza in un confronto diretto con gli altri, se non in una condizione di uguaglianza.
Lo sport è quindi uno strumento di inclusione straordinario, potremmo dire lo strumento di inclusione per eccellenza e l’attività motoria e sportiva nelle scuole deve esserne portabandiera. Infatti, praticare sport inclusivi come il Baskin o il Goalball può aiutare a costruire nelle future generazioni una consapevolezza maggiore del concetto di “abilità” che vada oltre l’apparenza e lo stereotipo.