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Sindrome di Rett, la ricerca non si ferma: dai nuovi approcci farmacologici alla terapia genica fino all’uso delle staminali

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Grazie all’accordo di collaborazione con Fondazione Telethon nell’ambito dei Seed Grant 2022, l’Associazione Pro RETT Ricerca ha finanziato due progetti: l’uno su un nuovo approccio farmacologico e l’altro su possibili ‘correzioni’ delle mutazioni più frequenti che ricorrono nella sindrome di Rett. Ne dà notizia il numero di marzo del Notiziario dell’Associazione.

Nel primo progetto, coordinato da Flavia Antonucci dell’Università degli studi di Milano Statale, si vuole sperimentare in un modello murino un farmaco inibitore della ATM chinasi, proteina che regola uno dei principali processi del neurosviluppo. Il secondo studio, coordinato da Dario Balestra dell’Università degli studi di Ferrara, propone l’utilizzo di due approcci, il base editing e il prime editing, per correggere, in modelli cellulari e agendo in maniera precisa sul Dna, alcune delle mutazioni più frequenti, identificate nel 70% dei pazienti affetti da sindrome di Rett.

Farmaci. Grazie ai finanziamenti di Pro RETT Ricerca, dal 2020 il “Centro Drug Screening per la Sindrome di Rett” dell’Università di Trieste ha esaminato 640 farmaci, giungendo nel 2022 all’identificazione di 14 molecole in grado di stimolare in vitro la crescita dei neuroni Rett. La strategia è quella del “riposizionamento”, ovvero l’utilizzo di alcuni farmaci, già disponibili ma prescrivibili per altre patologie, per un uso terapeutico nella sindrome di Rett. Tra questi farmaci, uno in particolare – la Lovastatina – è al momento in fase di sperimentazione clinica di fase II su pazienti Rett negli Usa. Sono stati inoltre identificati sei farmaci mai utilizzati prima nella sindrome di Rett, che sono risultati efficaci in tutte le condizioni testate. Di questi sei farmaci, uno non è al momento commercializzato in Italia mentre cinque sono disponibili in farmacia come compresse per uso orale.

Terapia genica. La Food and drug Administration (Fda) ha approvato la domanda di Neurogene di avviare uno studio di fase 1/2 per valutare la sicurezza, la tollerabilità e l’efficacia della terapia genica sperimentale NGN-401 nelle pazienti pediatriche con sindrome di Rett. La sperimentazione clinica inizierà nel 2023 in un ospedale degli Stati Uniti e sarà guidata da un team di esperti medici che hanno una profonda conoscenza sia della terapia genica che della sindrome di Rett.

Cellule staminali. Il progetto, iniziato nel 2016, coordinato dalla Dott.ssa Angelisa Frasca dell’Università di Milano, in collaborazione con il professore Gianvito Martino dell’Ospedale San Raffaele di Milano, ha l’obiettivo di comprendere se le cellule staminali precursori neurali siano in grado di migliorare i sintomi e le alterazioni neuropatologiche caratteristiche della sindrome di Rett e di identificare i meccanismi molecolari responsabili del loro beneficio.

Inoltre, la stessa Dott.ssa Frasca, grazie al sostengo della PRO RETT Ricerca, ha vinto un finanziamento per sviluppare un progetto volto alla validazione di due nuovi trattamenti con un focus sui difetti respiratori della malattia. Questo sarà possibile grazie all’acquisto di un pletismografo, strumento che permette la misurazione di parametri respiratori, donato dall’Associazione all’Università di Milano a inizio 2022. I difetti respiratori, caratterizzati da un’alternanza di apnee e iperventilazione, rappresentano uno dei principali e più seri sintomi della patologia.

Per approfondire questi e altri progetti di ricerca sulla sindrome di Rett consulta l’ultimo numero del PRO RETT News.

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  • Data di pubblicazione 17 aprile 2023
  • Ultimo aggiornamento 17 aprile 2023