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Musica e DSA: al Cherubini di Firenze lezioni ed esami all’insegna dell’inclusività

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di Daniela De Vecchis

 

È un messaggio di benvenuto quello che il Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze rivolge a tutti gli studenti con disabilità e Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA). Un messaggio rassicurante che, per i primi, si concretizza in supporti specifici misurati sulle varie disabilità, e per gli allievi con DSA prende la forma di strumenti altrettanto peculiari quali le Linee Guida per docenti e il Vademecum per tutti, nonché attività di tutoraggio dedicato. Passando, inoltre, per un progetto di censimento dei DSA nei Conservatori d’Italia, di raccolta dati e informazioni. L’obiettivo è dare a tutti gli studenti pari opportunità di raggiungere in pienezza il successo formativo. Ne abbiamo parlato con la Prof.ssa Alessandra Petrangelo, Prodirettore vicario del Conservatorio di Firenze, delegata di Istituto per le disabilità e i DSA e Presidente del Coordinamento Nazionale dei Delegati per le Disabilità e i DSA dei Conservatori.

 

Prof.ssa Petrangelo, innanzitutto chi sono e quanti sono gli studenti con DSA nei Conservatori?

“Sono giovani adulti con disturbi specifici di apprendimento (dislessia, disortografia, disgrafia o discalculia) che possono avere molte ricadute sulle attività musicali: ad esempio rendendo più difficile la decifrazione delle note o la lettura di uno spartito troppo affollato tra note, legature e altri segni e simboli, o l’esecuzione di una cellula ritmica a tempo, e molto altro. Sono quei giovani che fino a qualche tempo fa potevano anche dover abbandonare gli studi e i loro sogni, ma che oggi sono tutelati  dalla Legge 170/2010, un unicum nel panorama internazionale, che garantisce loro il diritto ad avere una formazione scolastica completa, dalla scuola primaria all’università, e affida alle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, compresi gli atenei e gli Istituti di Alta Formazione Musicale (AFAM), il compito di provvedere a una didattica individualizzata e personalizzata. Per quanto riguarda il numero di studenti con DSA, non abbiamo ancora una stima nazionale. Posso però dire che le domande aumentano di anno in anno: quest’anno al Cherubini sono giunte una quindicina di richieste di iscrizione tra studenti disabili e con DSA a fronte di pochissime (una o due) fino a qualche anno fa, grazie alle azioni intraprese dal Cherubini per promuoverne l’inclusione”.

 

Partiamo allora dal progetto “Studenti con DSA nell’AFAM”, di cui lei è responsabile. Un progetto pilota nel nostro Paese che si propone innanzitutto un censimento con finalità didattiche.

“Il progetto, da poco concluso, nasce dall’esigenza, espressa anche nel recente Rapporto ANVUR 2022, di sapere quanti studenti con DSA sono presenti negli istituti AFAM, e da quella di individuare strategie didattiche sempre più mirate, considerando oltretutto che il sommerso è tanto perché gli studenti con DSA sono spesso ‘invisibili’: molti, per timore di essere stigmatizzati, non si dichiarano e, altrettanti non sanno di avere un DSA. Aggiungo che alla base c’è una reale necessità: noi siamo il collegamento tra la scuola e il mondo del lavoro, formiamo i professionisti del futuro, dobbiamo quindi saper offrire percorsi formativi idonei   anche a chi può incontrare difficoltà nel percorso di studio. I DSA, che hanno capacità cognitive nella norma o anche superiori, non costituiscono una disabilità né una patologia bensì una caratteristica, di fronte alla quale non funziona il metodo standard di insegnamento e che rende del tutto personale lo stile di apprendimento. In altre parole, è il metodo di insegnamento che si deve adattare alle caratteristiche della persona. Non solo: nell’ottica di una vera inclusione sarebbe buona prassi che i percorsi formativi non fossero troppo differenti tra DSA e non,  dato che le strategie indispensabili per alcuni studenti  possono essere utili a tutti e, dunque, adottate da tutti”.

 

Ma non si tratta solo di censire.

“Ad oggi è l’unico progetto di ricerca su scala nazionale che si basa su uno studio quantitativo e qualitativo rivolto agli studenti del biennio e del triennio di tutti gli istituti AFAM italiani.  Abbiamo utilizzato un questionario, svolto in parte online, di 64 domande a carattere generale e specifico musicale, opportunamente elaborate, per conoscere esigenze e difficoltà, ma anche tutte quelle strategie messe in atto dai ragazzi stessi per superare le difficoltà in assenza di un supporto didattico adeguato, e prendere spunto da esse per realizzarne di ancora più efficaci. Alle domande online sono seguite domande aperte in forma di interviste individuali in cui i giovani hanno raccontato il loro vissuto personale e scolastico. Un progetto durato oltre tre anni, messo a punto dai docenti del Gruppo di ricerca del Cherubini in collaborazione col Prof. Enrico Ghidoni, neurologo fra i massimi esperti di dislessia nell’adulto. I risultati sono di imminente pubblicazione”.

 

Questa è solo l’ultima iniziativa del Cherubini, che è considerato da molti Istituti AFAM referente nazionale sull’argomento. Nel 2020 il Vademecum per studenti.

“Sì, ho realizzato un pieghevole di immediata consultazione, una sintesi dei diritti degli studenti disabili e con DSA in Conservatorio. In pratica, una guida per orientare alunni e famiglie: a chi rivolgersi, qual è la normativa in materia, quali i supporti e le modalità per esami e lezioni. Ad esempio, viene spiegato che gli studenti con disabilità hanno diritto durante le lezioni e gli esami a sussidi tecnici specifici realizzati anche attraverso convenzioni con centri specializzati, tempi più lunghi nelle prove scritte e assistenti per l’autonomia e la comunicazione mentre gli studenti con DSA hanno diritto a strumenti compensativi che possono sostituire o facilitare la prestazione richiesta (tabelle, mappe concettuali, programmi di video scrittura appositi, registratore); , prove in forma orale invece che scritta, fino al 30% di tempo in più, personal computer con correttore ortografico e sintesi vocale. La normativa suggerisce comunque di adottare per tutti i BES (Bisogni Educativi Speciali) gli strumenti compensativi e dispensativi previsti dalla Legge 170/2010”.

 

Nel 2018 le Linee Guida (LG) per docenti.

“Le LG, frutto del medesimo gruppo di ricerca, rappresentano uno strumento pratico di supporto e orientamento per docenti, studenti e famiglie, con suggerimenti pratici e buone prassi per organizzare le lezioni e gli esami. Prima ancora delle strategie didattiche, però, conta molto l’aspetto psicologico dell’accoglienza e comprensione da parte del docente, mancando il quale lo studente può anche giungere ad abbandonare gli studi.  Le LG, suddivise in tre parti (normativa, ruolo di istituzioni, docenti e famiglie, proposte didattiche), sono state presentate nel 2018, ristampate nel 2020 con nuovi contributi tra i quali quello del Prof. Ghidoni, e, ad oggi, adottate da molti Conservatori e Licei musicali italiani”.

 

 

 

 

  • Data di pubblicazione 21 novembre 2022
  • Ultimo aggiornamento 21 novembre 2022