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“Buono da Mangiare”: un progetto APMARR e ADI per promuovere la corretta alimentazione dei pazienti reumatologici

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di Asia Cione

Lo scorso 12 ottobre, Giornata mondiale delle malattie reumatiche, si è tenuto un webinar organizzato dall’Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare (APMARR), la cui mission è migliorare la qualità dell’assistenza e della vita dei pazienti, nel corso del quale è stato presentato il progetto “Buono da mangiare” che APMARR ha realizzato insieme all’ Associazione Italiana Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI).

 “Con gli esperti che hanno lavorato all’organizzazione di “Buono da Mangiare” - ci ha raccontato Antonella Celano, Presidente di APMARR - abbiamo presentato il progetto seguito dal lancio del ricettario redatto dall’ADI. Il progetto è partito con la somministrazione di un questionario a medici e pazienti per lavorare sulla consapevolezza relativa alle malattie reumatiche da cui è emerso che non c’è grande attenzione da parte di entrambi riguardo l’impatto che ha l’alimentazione sui pazienti reumatici. Il primo obiettivo, quindi, è sensibilizzare circa l’influenza che la dieta esercita sia sul piano clinico sia su quello sociale”.

Ma quali sono i bisogni dei pazienti con reumatologie dal punto di vista nutrizionale? “Chi ha una patologia reumatica solitamente è sempre alla ricerca di nuove ricette. I pazienti fanno ricorso alla curcuma o allo zenzero per le loro proprietà antinfiammatorie. La dieta più consigliata, però, resta quella mediterranea. Sempre nell’ambito del webinar, abbiamo deciso di rispondere a questa esigenza lanciando un ricettario, disponibile anche sull’app Care+Italia di Biogen, in cui gli utenti potranno consultare le ricette e averle sempre a disposizione. Un’alimentazione basata su ricette validate dall’Associazione Italiana Dietetica e Nutrizione Clinica aiuta il paziente a orientare le sue scelte alimentari e a condurre uno stile di vita più sano”.

Infatti, come ha confermato la Prof.ssa Francesca Ingegnoli, specialista reumatologa dell’Università degli Studi di Milano, “la dieta, intesa come stile di vita, è un adiuvante fondamentale nella gestione delle patologie reumatologiche, e l’indice di massa corporea può influenzare l’efficacia della terapia farmacologica”.

La ratio scientifica da cui nasce la necessità di uno strumento pratico come il ricettario, “che contiene una trentina di ricette spalmate su tutti i tipi di portate, è di fare chiarezza rispetto all’alimentazione per le malattie reumatiche – ha dichiarato Filippo Valoriani, tesoriere nazionale di ADI -. Esistono molte fake news relative all’alimentazione per pazienti reumatologici come l’idea che la nutrizione possa sostituire la terapia farmacologica, mentre ha solo un ruolo audivante, non sostitutivo. Alcuni regimi dietetici oggi emergenti non sono compatibili con diagnosi reumatologiche: si pensi a quello vegano o vegetariano che escludono una serie di alimenti in maniera autonoma. I pazienti che decidono di adottare regimi alimentari di questo tipo devono essere seguiti da personale sanitario qualificato in maniera attenta, ogni paziente, infatti, ha bisogno di raggiungere un apporto nutritivo a supporto del proprio caso. Le condizioni di malnutrizione possono compromettere l’efficacia delle terapie. Dunque, assolutamente no al fai-da-te”.

L’alimentazione, si sa, ha anche una dimensione sociale. “A tavola, da sempre, si costruiscono relazioni significative: ci si rilassa davanti a un buon pasto e ci si apre – va avanti la Dott.ssa Celano -. Consumare un pasto in compagnia è anche socializzare con le persone con cui lo si condivide. I dati raccolti segnalano che i pazienti tendono a isolarsi al momento del pasto per via del regime di vita che cambia a fronte della diagnosi oltre che per il fatto di dover ricorrere a una spesa separata per la gestione degli alimenti. Il ricettario vuole essere uno stimolo a colmare questo gap e a favorire uno stile di vita sano e socialmente integrato”.

Anche l’autonomia è un aspetto importante da preservare. “Le classiche attività legate alla preparazione del cibo per chi presenta problemi alle articolazioni possono essere dolorose e difficili da portare a termine: anche cucinare un piatto di pasta, ad esempio, nel momento in cui bisogna spostare una pentola piena d’acqua, può rappresentare un ostacolo. Grazie alle terapiste occupazionali che hanno preso parte al webinar spiegando come i pazienti reumatologici possono gestire queste situazioni autonomamente, è stato possibile lavorare sulla consapevolezza e l’autonomia. Anche io ho provato a cucinare alcune di queste ricette con l’aiuto delle terapiste occupazionali mettendo in pratica le loro indicazioni”.

  • Data di pubblicazione 8 novembre 2022
  • Ultimo aggiornamento 8 novembre 2022