E’ stato presentato lo scorso 15 ottobre all'Istituto Superiore di Sanità (ISS) il neonato Centro Nazionale – Intelligenza Artificiale e Tecnologie Innovative per la Salute (IATIS) attivo presso lo stesso ISS. L’occasione è stata data da una Lezione Magistrale di Sua Eminenza Reverendissima Cardinale Pietro Parolin dal titolo “Etica dell'Intelligenza Artificiale”, alla presenza della Vicepresidente del Senato Licia Ronzulli, del ministro della Salute Orazio Schillaci e del Sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato. L'iniziativa è sola la prima di un ciclo di riflessioni di natura scientifica, etica e sociale sull’impatto dell’intelligenza artificiale in salute, in sanità e in ricerca, e sulle opportunità e i rischi che derivano da queste nuove tecnologie.
Il Centro si articola in sei aree di competenza considerate le colonne portanti della sanità del futuro. Una sanità in cui, è stato sottolineato nel corso dell’evento, l’innovazione deve essere animata non solo dal mero progresso tecnico, ma anche dallo spirito di equità, sostenibilità e partecipazione.
La prima area - telemedicina, ingegneria biomedica e medicina digitale - svilupperà piattaforme per la gestione integrata dei pazienti e dispositivi per il monitoraggio a distanza. L'area di nanotecnologie e terapie innovative aprirà la strada a protesi su misura e dispositivi terapeutici intelligenti, frutto di stampa 3D e materiali avanzati. Quella di chimica e fisica per la medicina integrerà imaging e medicina nucleare per diagnosi precoci e terapie personalizzate. L'area di intelligenza artificiale e robotica svilupperà algoritmi e sistemi automatizzati per la chirurgia e la riabilitazione, con una costante attenzione alla sicurezza e alla trasparenza.
Grazie all'intelligenza artificiale si rendono disponibili "sistemi in grado di accelerare la scoperta di nuovi farmaci, analizzando in poco tempo una mole di dati che richiederebbe decenni di lavoro a un gruppo di ricercatori; piattaforme che possono personalizzare le terapie oncologiche sulla base del profilo genetico del singolo paziente, massimizzando l'efficacia e riducendo gli effetti collaterali – ha affermato il Segretario di Stato della Santa Sede, il cardinale Pietro Parolin, come riportato dall’Agenzia ANSA -. Strumenti per ottimizzare la gestione delle risorse ospedaliere, garantendo un accesso più equo alle cure anche nelle regioni più remote e povere del pianeta. Ed è questa proprio l'intelligenza artificiale che vogliamo, uno strumento potente al servizio della vita, un alleato dell'uomo nella lotta contro la malattia e la sofferenza". Tuttavia, ha aggiunto, “accanto a queste luci dobbiamo riconoscere le ombre, i pericoli che richiedono un discernimento etico rigoroso. Il primo, il più grande rischio, è la disumanizzazione della cura, una disgregazione dell'atto medico, un'unica composizione esistenziale tra medico e paziente in una serie di calcoli e processi tecnici. La relazione medica non è un semplice scambio di informazioni tra un fornitore di servizi e un utente, è un'alleanza terapeutica, un patto di fiducia tra due persone, il medico con la sua scienza e la sua coscienza e il paziente con la sua fragilità e la sua speranza. Un algoritmo può fornire una diagnosi ma non può offrire una parola di conforto".
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