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8 marzo: la salute (trascurata) delle caregiver – la solidarietà prerogativa femminile - le donne nel nostro SSN

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Il 48,6% delle donne caregiver non riesce ad organizzare visite e controlli preventivi, il 17,3% non riesce a organizzare un controllo per sé stessa da oltre 3 anni e il 20% da più di un anno. Il quadro era stato già delineato dalla survey “Donne caregiver nelle Malattie Rare” che UNIAMO ha presentato lo scorso giugno, ma che ha rilanciato, nel novembre 2023, in occasione della presentazione del progetto “Donne, salute e rarità”, e che approfondisce oggi, per la Giornata Internazionale della donna, in un webinar dedicato alla medicina di genere. 

Il progetto muove i suoi passi proprio dai dati suddetti, oltre che dalla Risoluzione ONU sui diritti delle persone con malattia rara adottata a fine 2021, che sottolinea che “le donne e le ragazze con una malattia rara devono affrontare maggiori discriminazioni e barriere nell’accesso ai servizi sanitari” e che le donne caregiver “si assumono una quota sproporzionata di cure e lavoro domestico non retribuiti”.

E non si tratta solamente di medicina di genere, ovvero di rendere le terapie sempre più mirate, ma anche di prevenzione della salute femminile e della salute mentale della donna caregiver che spesso è madre, moglie, compagna, figlia.

Leggi di più sul sito di UNIAMO


La solidarietà è donna

Non c’è dubbio, inoltre, che la solidarietà sia una prerogativa femminile. Come emerge dall'indagine "Noi doniamo”, realizzata dall'Istituto Italiano della Donazione – e riportata da Redattore sociale - secondo cui le donne rappresentano il 52% di chi dona. Un’altra indagine, poi, promossa dal Comitato Testamento Solidale, attesta che, a proposito di lasciti, sono sempre le donne ad essere maggiormente propense: per il 69,2% delle organizzazioni non profit, a donare un lascito testamentario sono donne, mentre per il 31% il testamento solidale viene scelto in egual misura da uomini e donne. In generale, i dati della partecipazione femminile al mondo del Terzo settore sono molto alti: oltre il 75% di chi opera nel Terzo Settore è donna ed è in maggioranza femminile l'utenza dedita agli acquisti solidali.

Leggi l’indagine sui lasciti testamentari

  

AIPD: “Siamo donne, oltre la sindrome c’è di più”

l’Associazione Italiana Persone Down prende in prestito le parole di Martina Mencuccini, pubblicate sulla pagina di marzo del calendario del 2024 di AIPD Roma. Una frase semplice – “Siamo donne, oltre la sindrome c’è di più” - ma che contiene il bisogno e il diritto fondamentale delle donne con sindrome di Down: essere riconosciute, appunto, in quanto donne, al di là della propria disabilità.

In occasione dell’8 marzo, AIPD rilancia e diffonde inoltre il terzo Manifesto del Forum Europeo Disabilità sui diritti delle donne e delle ragazze con disabilità, appena pubblicato, a dieci anni di distanza dal secondo. Nel Manifesto si legge che le donne e le ragazze con disabilità costituiscono il 25,9% della popolazione femminile totale dell’Unione Europea (UE) e circa il 60% della popolazione complessiva (100 milioni) di persone con disabilità in Europa. Il 58% delle donne che ha risposto al sondaggio ha subito almeno una forma di violenza. Non solo: secondo l’Indice di parità di genere 2023, il 22% delle donne con disabilità è a rischio di povertà, rispetto al 20% degli uomini con disabilità, al 16% delle donne senza disabilità e al 15% degli uomini senza disabilità. Purtroppo è ancora diffusa la pratica della sterilizzazione forzata, specie negli istituti residenziali e psichiatrici. Per le persone prive di capacità giuridica la sterilizzazione forzata è ancora autorizzata in 13 Stati Membri dell’UE. 

Dal punto di vista dell’effettiva inclusione e delle pari opportunità, salute e lavoro sono due ambiti in cui le donne con disabilità incontrano particolari ostacoli: solo il 48,3% delle donne con disabilità lavora in Europa e solo il 24% delle donne con disabilità lavora a tempo pieno. Ancora troppo difficile, inoltre, la partecipazione e il protagonismo politico delle donne con disabilità.

Approfondisci sul sito dell’AIPD

 

Le donne del Sistema Sanitario Nazionale

Il Italia, secondo i dati del Ministero della Salute, Annuario statistico del Sistema Sanitario Nazionale (SSN), le donne che operano stabilmente nelle strutture del SSN, al 31 dicembre 2022, rappresentano il 70% degli oltre 625.000 professionisti. Al 31 dicembre 2022 le donne medico del SSN sono oltre 53.000 e hanno superato il numero di medici uomini, rappresentando oltre il 52% del totale dei medici.

I dati relativi al numero di assunzioni confermano la maggiore immissione nel sistema di medici donna: nel corso del 2022 le donne assunte sono state circa 46.000 unità pari al 68,1% del totale degli assunti. Tra i medici il 58,3% degli assunti sono donne, nel personale infermieristico il 76,2%.

Tuttavia, a fronte di una sempre maggior presenza di donne medico, la percentuale di donne ai vertici di struttura rimane inferiore a quella degli uomini ed invariata nel tempo: solo l’8,3% delle donne medico hanno un incarico di struttura nel 2022, mentre per gli uomini il valore sale al 20,6%; in altri termini l’80% degli incarichi è ricoperto da uomini e solo il restante 20% da donne.

Approfondisci sul sito del Ministero della Salute

 

#chidicedonnadicedono, al via la campagna social di FIDAS per incentivare la donazione di sangue e plasma tra le donne

Inspire inclusion: è il tema della campagna per la Giornata internazionale della donna 2024

  • Data di pubblicazione 8 marzo 2024
  • Ultimo aggiornamento 8 marzo 2024