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Nicola Della Maggiora: “Voglio mostrare ai bambini che noi sordi possiamo fare tutto”

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di Daniela De Vecchis

 

Attore, poeta, artista a tutto tondo, nonché nella squadra dei Lis performer che hanno reso accessibile ai sordi la 73esima edizione del Festival di Sanremo. È ricco il curriculum di Nicola Della Maggiora, 30 anni, sordo dalla nascita e ricco di talenti: oltre a lavorare nel mondo dello spettacolo e a dirigere il Dipartimento Academy dell’Istituto dei Sordi di Torino, è anche tecnico informatico, docente di Lingua dei segni e social media manager. Abbiamo provato a conoscerlo meglio a partire proprio dall’esperienza dell’ultimo Festival di Sanremo, dove ha tradotto – ma non solo questa - la canzone vincitrice: “Due vite” di Marco Mengoni.

 

1.     Non una semplice traduzione ma una vera e propria interpretazione. Come fai a sentire la musica tanto da interpretarla e ballarla?

 “E’ stata un'esperienza molto bella e anche molto impegnativa. Prima di arrivare all'interpretazione in Lis c'è uno studio del testo della canzone (i testi chiaramente sono segreti, non pubblicabili prima del Festival), del suo contenuto e dei messaggi che il cantante vuole trasmettere. Mi sono preparato sui giornali e sulle riviste, leggendo le interviste ai cantanti, cercando di capire e approfondire cosa intendevano trasmettere al pubblico, anche leggendo le loro biografie di cui, a volte, le canzoni sono uno specchio. Durante l'interpretazione in Lis di una canzone, poi, è molto probabile che le frasi vengano scambiate perché le persone sorde capiscano la canzone. Questo succede perché la Lis è una vera e propria lingua con la sua struttura grammaticale, quindi non è una traduzione letterale, parola per parola, come molti pensano. La musica mi arriva come vibrazioni: per il ritmo musicale utilizzo il movimento del corpo e del viso, le espressioni facciali sono fondamentali. Vi svelo un segreto: per partire in sincronia con la voce del cantante, un collaboratore si posiziona accanto alla telecamera, durante la canzone in diretta, e mi avvisa con un cenno, aiutandomi anche a capire quando il suono è più alto e quando è più basso”.

 

2.     Hai lavorato a tante cose: dalle Fiabe della buonanotte su Raiplay al documentario “Il Segno della Memoria” sugli istituti per sordi in Italia, e molto altro. Cosa ti emoziona di più?

“Sì è vero, ho fatto molte cose, sono appassionato del mondo dello spettacolo nei suoi diversi ambiti: la narrazione, il cinema, la recitazione di qualsiasi tipo, lavoro anche come interprete e traduttore di fiabe, canzoni e testi italiani in ambito museale. L’emozione più grande, però, è vedere le persone appagate dal mio carisma, e contribuire così anche al miglioramento della Lingua dei segni, nonché alla diffusione del modello sordo. Questo è il mio obiettivo perché ci sono poche persone che lo fanno. Voglio anche mostrare ai bambini che noi sordi possiamo fare tutto”.

 

3.     Cos'è The Sign Dance?

“The Sign Dance ‘trasporta’ alcune frasi (brevi o lunghe) delle canzoni famose del momento o del passato nella Lingua dei segni Italiana. Si tratta di un progetto social che vede la collaborazione dell’Ente nazionale dei sordi (Ens), del Comitato giovani sordi italiani (Cgsi), dell’agenzia di comunicazione DLV BBDO per la creatività e di Omnicom Pr Group per l'attività Pr e Digital Pr. Non si tratta di una traduzione "semplice e fredda": i versi scelti cercano di riproporre la ritmica e l'espressività legate al contenuto della canzone. Il nostro obiettivo è creare curiosità e interesse per la Lis spingendo gli utenti del web a imitare i performer cimentandosi, così, essi stessi per prima volta nella Lis. Tik tok e Instagram sono le piattaforme più diffuse tra le nuove generazioni: una sorta di luogo ideale per dare sfogo alla creatività attraverso coreografie e balletti fatti con segni ed espressioni facciali da interpreti Lis, (insieme a me, molti altri giovani sordi). Tutti sono così invitati ad imparare questa lingua che non è solo la lingua della comunità delle persone sorde, perché questa comunità include anche persone udenti tra cui famigliari, amici e conoscenti di persone sorde. Chiaramente la Lis non è molto diffusa all'esterno della comunità, e il progetto è un'occasione per aprire le porte e creare una sorta di collegamento con gli udenti”.

 

4.     Nel 2021 l'Italia ha riconosciuto come lingue ufficiali la Lis e la List. È già un passo avanti verso una maggiore inclusione.

“Non solo. L’università Ca'Foscari di Venezia ha inserito la Lis nei percorsi accademici e altre università - La Sapienza a Roma, Teramo, Catania e altre – prevedono lauree triennali. La mia grande preoccupazione, però, è la scelta dei docenti, unitamente alla promozione della comunità sorda (identità, cultura, storia e anche lingua). Ci sono molti docenti udenti che insegnano la Lis, non è necessariamente sbagliato, ma sarebbe meglio che la Lis fosse la loro lingua madre. La maggior parte dei sordi che vive nella comunità ha un vocabolario molto più ricco, con espressioni idiomatiche della lingua e maggiore scioltezza, nonché un modo di segnare molto naturale. Ci sono anche persone udenti, ad esempio i Children of deaf Adults (Coda), cioè figli udenti di genitori sordi, ma non è la stessa cosa perché conoscere l'italiano influenza molto l'apprendimento. Dal riconoscimento della Lis e della List come lingue ufficiali dovrebbe derivare l’inserimento delle stesse come materia scolastica, la presenza di queste lingue in qualsiasi ambito. Ebbene, finora ben poco è cambiato a causa dell'insufficienza di fondi statali. Preferirei che venisse promossa l'accessibilità in vari ambiti in modo da poter usufruire di una vera inclusione socio-culturale”.

 

5.     In cosa consiste il tuo lavoro all’Istituto dei Sordi di Torino?

“Come Direttore del Dipartimento Academy dell’Istituto dei Sordi di Torino, mi occupo dei processi di apprendimento tramite una formulazione mista delle modalità di svolgimento delle attività formative, con un focus particolare sulle strategie di studio e di comunicazione delle persone sorde e sulla resa accessibile di ogni contenuto nel solco dei principi dello Universal design for learning. L'apprendimento, nel modello proposto dall'Academy, diventa quindi un percorso di empowerment delle persone, nel quale coesistono attività in aula, attività on the job, attività in e-learning sincrono e asincrono e nel quale si alternano momenti di lezione frontale con momenti di gamification, simulazioni e visite di studio in esterna”.

 

6.     Progetti futuri?

“Attualmente sto programmando nuovi libri sulla cultura sorda e sulla lingua dei segni. La nostra è una società basata sulla comunicazione e sulla lingua, una società in cui l'informazione è potere. Da qui tutti i nostri sforzi per prenderci cura della "Deafhood" (l’identità sorda), per riabilitare questa identità, facendone l'affermazione di un diritto. Il diritto di comunicare, di essere informati, di avere accesso alla cultura e alle relazioni sociali”.

 

 La pagina Facebook di Nicola Della Maggiora

  • Data di pubblicazione 3 aprile 2023
  • Ultimo aggiornamento 3 aprile 2023