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Era il 2008 quando il Centro Clinico NeMO (NeuroMuscular Omnicentre), dedicato alla cura, all’assistenza e alla ricerca sulle malattie neuromuscolari e neurodegenerative, apriva le porte a Milano presso il Blocco Sud dell’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda. A distanza di 15 anni quel progetto, allora pionieristico, è diventato un network di riferimento con sette sedi sul territorio nazionale, quasi 18.000 famiglie prese in carico ad oggi, un polo di ricerca tecnologica e oltre 80 progetti di ricerca clinica solo nell’ultimo anno.

È lo stesso centro clinico che, con orgoglio, racconta i progressi fatti: dal 2008 risponde al bisogno di cura delle persone con Sclerosi laterale amiotrofica (Sla), Atrofia muscolare spinale (Sma) e distrofie muscolari. “La persona che vive una patologia neuromuscolare è stata capace di mettere al servizio la propria esperienza di malattia per rendere sempre più efficaci i percorsi diagnostici, terapeutici e di ricerca – racconta Alberto Fontana, presidente dei Centri Clinici NeMO, descrivendo così la filosofia alla base del progetto - Questo è il valore fondante che 15 anni fa ha dato origine a NeMO e che lo ha reso negli anni replicabile sui territori”.

La rete di NeMO, infatti, vanta ad oggi la presenza di ben 370 professionisti distribuiti sul territorio nazionale e 16.000 prestazioni erogate attraverso un approccio multidisciplinare che mette al centro la persona con progetti individualizzati, servizi integrasti dal SSN e un costante impegno nel garantire continuità tra cura del paziente e ricerca scientifica volta, quest’ultima, a sviluppare know-how sulle patologie, grazie a un hub esclusivamente dedicato alla ricerca tecnologica.

 Come ha concluso il presidente Alberto Fontana si tratta di “Un viaggio che racconta l’opportunità di lavorare insieme per affrontare bisogni di cura complessi e le sfide della ricerca scientifica. Ed in questo viaggio, NeMO continua ad essere sempre la risposta a quel sogno iniziale di voler mettere al primo posto il desiderio di vita, oltre la malattia”.