Poco più della metà (51%) degli italiani intervistati si avvale di ausili nella vita di tutti i giorni. Al primo posto, nella graduatoria dei 20 ausili più usati, quelli per la vista (adoperati dal 47% del totale del campione e dal 92% degli utenti), poi gli ausili per la mobilità (11%), quelli per le difficoltà cognitive (7%), per i problemi di udito (5%), per le difficoltà della vita quotidiana (4%) e per quelle nella comunicazione (0,9%). La fotografia dell’accesso alle cosiddette tecnologie assistive in Italia è stata scattata dall’indagine “rapid Assistive Technology Assessment” (rATA), affidata dall’OMS – a sua volta incaricata dalle Nazioni Unite di redigere il primo Global Report on Assistive Technology - a un consorzio di enti composto da Istituto Superiore di Sanità, da AIAS Bologna onlus, Fondazione CENSIS e Rete Nazionale dei Centri Ausili (GLIC).
“Si tratta della prima opportunità di raccogliere informazioni utili sulle strategie e gli strumenti più adatti per istituire un osservatorio istituzionale sugli ausili nel nostro paese e per poter fare il punto della situazione - dichiara Mauro Grigioni, Direttore del Centro Nazionale di Tecnologie Innovative per la Salute Pubblica che insieme a Domenica Taruscio, Direttrice del Centro Nazionale Malattie Rare, ha condotto la ricerca per conto dell’ISS –. La quota di chi indica difficoltà nel quotidiano sale ovviamente al crescere dell’età: infatti a partire dai 70 anni gli utilizzatori di ausili diversi dagli occhiali salgono rispetto alla media del campione (16,3%), rispettivamente del 20% tra i 70-79enni e del 41,4% tra chi ha più di 80 anni. Inoltre, è sempre più evidente che le tecnologie digitali di largo consumo come smartphone e tablet, non solo sono a tutti gli effetti considerati ausili, ma sono anche tra le soluzioni più diffuse tra chi ha difficoltà funzionali o disabilità”.
Gli ausili più utilizzati
Il 34,7% del totale degli intervistati utilizza soltanto gli occhiali, che rappresentano l’ausilio più diffuso.
Scendendo nei dettagli dell’indagine, la quota maggiore di chi si serve di ausili (71,7%) ne utilizza uno solo, l’11, 5% ne usa due e il 5,7% più di cinque. Relativamente agli strumenti adoperati, tra coloro che dichiarano di utilizzare in aggiunta agli occhiali altri ausili (il 9,8% degli intervistati) si trovano i portapillole (3,9%), le lenti di ingrandimento (3,2%), varie tipologie di bastoni (2,8%), lo smartphone (2,7%), le calzature speciali (2,6%), le protesi acustiche (2,4%) e le stampelle (2%). Gli altri – prodotti per l’incontinenza, maniglioni di sostegno, materassi antidecubito, busti o corsetti, sedie per doccia etc. – sono sotto al 2%.
Bisogni soddisfatti e non soddisfatti
I bisogni soddisfatti sono definiti dall’intervista rATA come quelli in cui la prevalenza di coloro che usano un ausilio e non esprimono il bisogno di un ulteriore ausilio, oppure non riportano la necessità di cambiare/aggiornare/aggiustare quello già in uso. Sulla base di questa definizione, i bisogni soddisfatti (met need) riguardano il 45,9% (su 51%) degli intervistati Il 6,8%, al contrario, ritiene di avere bisogno di un ausilio ma non lo possiede (unmet need), oppure ha necessità di cambiare quello in uso. I bisogni non soddisfatti salgono al 14% tra coloro che hanno molte difficoltà e al 12,5% tra chi ha difficoltà molto gravi. Di poco più elevata la quota di intervistati che indica bisogni non soddisfatti al Sud (7,9%) e al Centro (7,4%). Inoltre, chi ha affermato di essere insoddisfatto o di avere la necessità di sostituire l’ausilio (ad esclusione degli occhiali), ha indicato soprattutto gli apparecchi acustici (7,7%), i portapillole (6,3%), gli smartphone e tablet (5,5%) e i segnalatori d’allarme.
L’indagine ha approfondito anche la soddisfazione rispetto all’adeguatezza degli ausili nei contesti di vita e nelle attività, da cui risulta un’alta percentuale di giudizi positivi: l’81% è soddisfatto in ambiente domestico, il 78% relativamente alla partecipazione ad attività, il 76,6% in ambiti pubblici.
La fornitura e il finanziamento
Per quanto riguarda il percorso di fornitura ausili, più della metà degli utilizzatori ha espresso un giudizio positivo in merito alla valutazione e addestramento all’uso (58,4%). Poco più di un terzo risulta soddisfatto per i servizi di manutenzione e riparazione (39,4%).
Considerando il totale degli ausili, l’8,8% risulta finanziato dalla sanità pubblica a fronte del 76,5% pagato con mezzi propri. Sono soprattutto i prodotti per migliorare la vista a risultare a totale carico degli utilizzatori (solo l’1,8% menziona il soggetto pubblico), mentre per le altre tipologie di ausilio il dato appare più elevato: sono infatti pagati dal SSN il 28% dei prodotti per la mobilità personale, il 24,7% degli ausili per la cura di sé e lo svolgimento delle attività quotidiane, il 20% degli ausili per migliorare l’udito ed il 7,7% di quelli per le funzioni cognitive.
Il campione
Gli intervistati sono stati 10.176, di cui 4.870 (47.9%) maschi e 5.300 (52,1%) femmine, distribuiti tra le diverse aree del paese (Nord Est, Nord Ovest, Centro e Sud) e in diversi contesti abitativi (urbano e rurale, piccole e grandi città). Il campione è stato reclutato in modo casuale tra la popolazione generale.
Cos’è rATA
Si tratta di un’intervista standardizzata a livello internazionale, tradotta e adattata per l’Italia dal consorzio che ha coordinato l’indagine, che ha lo scopo di raccogliere in tempi brevi informazioni sui bisogni di ausili in una popolazione. Per facilitare la somministrazione, la rATA include un elenco di 50 ausili, raggruppati in sei diverse aree di funzionamento (vista, udito, mobilità, cognizione, comunicazione, cura di sé) che l’OMS ha definito ad alta priorità.