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Algodistrofia: nuova modalità di cura, a domicilio e più semplice per i pazienti

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Una cura efficace e gestibile a casa per i pazienti colpiti da Algodistrofia. E’ questo il risultato a cui è giunto un team tutto italiano che ha indagato, in uno studio pubblicato sulla rivista Therapeutic Advances in Musculoskeletal Disease, la possibilità di usare Neridronato, molecola di provata efficacia contro l'Algodistrofia – già usata nell’Osteogenesi Imperfetta e nella malattia ossea di Paget - non solo con cicli di infusione endovenosa, ma anche con iniezioni intramuscolari.

“La sindrome algodistrofica, detta più propriamente Sindrome Dolorosa Regionale Complessa di tipo I (CRPS-I), – spiega il dottor Massimo Varenna, del Centro Specialistico Ortopedico Traumatologico Gaetano Pini-CTO di Milano e coordinatore dello studio – è una patologia reumatologica che può far seguito di settimane a un evento traumatico. Caratterizzata da forte dolore, limitazioni funzionali e alterazioni sensoriali, vasomotorie e trofiche dell’arto interessato, se non trattata precocemente, può causare invalidità permanente della funzione della mano e del piede”.

Lo studio ha analizzato 78 adulti con CRPS-1 da non più di quattro mesi, reclutati tramite 10 centri reumatologici italiani. Un precedente studio (del 2013) aveva documentato l’efficacia del Neridronato, portando alla sua approvazione per via endovenosa.

“Quello che siamo riusciti a dimostrare con il nostro studio multicentrico – chiarisce il Dott. Massimo Varenna - è che il Neridronato, a un mese dalla somministrazione, ha il medesimo profilo di efficacia qualsiasi sia la modalità di somministrazione, a parità di dosaggio. La risposta clinica è comunque positiva relativamente al controllo del dolore e dell’infiammazione locale, sia che il farmaco venga somministrato per via endovenosa, sia che venga somministrato per via intramuscolare.” La differenza gestionale però è notevole: la terapia endovenosa, l’unica attualmente rimborsata, viene eseguita negli ospedali, con conseguenti problematiche per pazienti spesso impossibilitati a spostarsi, mentre la somministrazione per via intramuscolare può essere eseguita tranquillamente a casa.

“I dati di follow up ad un anno – continua Varenna – mostrano inoltre una notevole durata del beneficio nel tempo. Non solo il paziente ha una remissione di malattia a tempi brevi, ma la remissione può essere mantenuta con un beneficio che tende ad essere definitivo”. La possibilità di una terapia efficace e di una relativa modalità di somministrazione più smart per il paziente non sminuiscono, anzi rafforzano, la necessità di una diagnosi precoce, in quanto prima viene iniziato il trattamento, più elevate sono le probabilità di ottenere benefici.

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  • Data di pubblicazione 4 gennaio 2022
  • Ultimo aggiornamento 4 gennaio 2022