NEWS

Paralimpiadi di Tokyo: Francesco Bocciardo e Giulia Terzi, storie di campioni a ritmo di bracciate

placeholder image

Si sono da poco concluse la Paralimpiadi di Tokyo dove l’Italia ha brillato altrettanto quanto alle tradizionali Olimpiadi. I nostri atleti, infatti, hanno fatto incetta di medaglie portando a casa risultati straordinari e onorando il tricolore con la loro forza e perseveranza. Con quella tenacia nell’arrivare fino in fondo, sopportando fatica e sacrifici, che è tipica degli atleti ma che qui poggia anche su un altro tipo di allenamento: quello alle difficoltà e alle strategie per superarle che la convivenza con la malattia o comunque con una disabilità propone ogni giorno. Ne abbiamo parlato con Francesco Bocciardo, medaglia d’oro nei 100m e nei 200m stile libero e argento nei 4x50m stile libero misto, e con Giulia Terzi, medaglia d’oro nei 100m stile libero (qui ha battuto anche il record nella categoria S7) e nella staffetta femminile 4X100 stile libero, doppio argento nella staffetta 4X50 stile libero e nei 400 stile libero, bronzo nei 50 farfalla.

 “Le mie prime paralimpiadi sono state l’inizio di un percorso difficile che mi ha portato ad un costante miglioramento, in particolare dal 2014 – dichiara Francesco Bocciardo - quando il mio coach Luca Puce ha iniziato a seguirmi; anno dopo anno ho tirato giù secondi. Penso che la chiave del mio successo sia dipesa dal lavoro costante e dalla mia determinazione che mi hanno permesso di crescere nel tempo”.

 Francesco si è avvicinato al nuoto per finalità terapeutiche a causa della diplegia distale spastica, una forma tipica di paralisi che colpisce entrambe le gambe. Dopo, il nuoto è diventato la sua vocazione portandolo a collezionare ben otto medaglie d’oro dal 2016 a Rio de Janeiro ad oggi. “L’avvicinamento all’acqua è avvenuto prima come attività riabilitativa, poi in un secondo momento ho scoperto un lato molto competitivo in me, ho iniziato a trovare il confronto e la competizione stimolanti. L’attività di base, prima ancora dello sport, è raccomandata e fondamentale per lo sviluppo del bambino e dell’adolescente, ancor più se disabile; solo successivamente, se il bambino vorrà, si potrà lavorare per tirare fuori il talento sportivo”.

 Francesco non è l’unico campione di queste Paralimpiadi, anche le ragazze della nazionale azzurra hanno brillato, tra cui Giulia Terzi. “Torno dalla Paralimpiade di Tokyo con al collo 5 medaglie: 2 ori, 2 argenti e un bronzo. Al momento sono in vacanza qualche giorno, poi ricominceró gli allenamenti in vista del mondiale di Funchal 2022. L’obiettivo è migliorare ancora di più i miei tempi e riuscire a vincere la medaglia d’oro al mondiale. Ho vinto l’oro europeo, l’oro Olimpico… mi manca quello mondiale!”.

 Insomma, la determinazione non le manca, accompagnata, fin da piccola, dalla voglia di fare sport e dalla capacità, cresciuta con lei, non solo di accettare le “sorprese” della vita ma anche di trarne il buono, di metterle a frutto. Prima di diventare una campionessa di nuoto Giulia, infatti, era un’aspirante ginnasta, tuttavia, dopo la diagnosi a cinque anni di una scoliosi congenita e dopo che diversi interventi l’hanno portata a muoversi in sedia a rotelle, dalla ginnastica è passata al nuoto. “Penso che la vita sia un susseguirsi di avvertimenti e tu debba accettare i cambiamenti. Il nuoto non è stato un ripiego, un accontentarsi ma è stato lo sport che mi ha fatto provare le stesse emozioni di quando ero una ginnasta. Tuffandomi in acqua ho capito di essere nel posto giusto e ho costruito la mia quotidianità su questo sport”.

 Oltre che campionessa paralimpica Giulia è fonte di ispirazione per molti ragazzi e adolescenti che hanno riconosciuto in lei e nel suo lavoro un vero e proprio messaggio di incoraggiamento e un invito a coltivare e a far crescere la consapevolezza delle proprie possibilità, magari attraverso l’amore per lo sport: “Le Paralimpiadi di Tokyo hanno avuto un seguito molto elevato. Il mio sogno è che un bambino o una persona con disabilità o con una malattia rara si innamori dello sport. Praticare uno sport crea valori indispensabili per la vita come il sacrificio, la costanza, la capacità di reagire alle difficoltà e ai cambiamenti. Mi auguro che la mia storia possa ispirare le persone a non arrendersi davanti agli ostacoli e che le Paralimpiadi abbiano fatto venire voglia a tante persone di avvicinarsi allo sport”.

 Prima ancora che sportiva, prima ancora che campionessa, Giulia è una donna e, in quanto tale, è sensibile alla questione femminile all’interno del contesto sportivo. Tuttavia, ci rassicura: “i sacrifici, la fatica, gli obiettivi tra uomo e donna nello sport sono esattamente gli stessi ed è giusto che non ci siano discriminazioni di genere sotto nessun aspetto. Nel mio gruppo di allenamento siamo sia ragazze che ragazzi e si crea il giusto equilibrio per un ambiente sereno.”

 

 

 

 

  • Data di pubblicazione 4 ottobre 2021
  • Ultimo aggiornamento 4 ottobre 2021