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Alcol: a rischio minorenni, anziani e giovani donne. Quest’ultime, se incinta, rischiano per i propri figli la Sindrome Feto-Alcolica

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Oltre 36 milioni i consumatori di alcolici nel 2019 nel nostro Paese (20 milioni i maschi e 16 milioni le femmine), vale a dire il 77,8% degli italiani di 11 anni e più e il 56,5%, delle italiane per le quali si conferma il trend in crescita dal 2014. Inoltre, quelli che hanno adottato su base quotidiana modalità di consumo a rischio sono circa 8,2 milioni d’italiani (5,7 milioni gli uomini e 2,5 milioni le donne). Ma il dato che preoccupa di più è lo “zoccolo duro” dei minorenni: circa 750.000, in maggioranza 16-17enni, senza significativa differenza di genere (42,2%di ragazzi e 39,2% di ragazze), seguito da oltre 2,7 milioni di anziani ultra-65enni (34% di uomini e 8,6% di donne), fascia in cui un maschio su tre e una donna su dieci consuma secondo modalità a rischio. Sono questi i dati presentati nel corso dell’Alcohol Prevention Day 2021 e pubblicati nel Rapporto ISTISAN 2021/7. E non è tutto, perché nel report non è compreso l’incremento dei consumatori a rischio avvenuto nel corso del 2020, l’anno del lockdown: del 23,6 % per i maschi e del 9,7% per le femmine.  A preoccupare in particolar modo è l’incremento delle giovani consumatrici a rischio, le 14-17enni, che superano per numerosità, per la prima volta, i loro coetanei consumatori a rischio (30,5% di ragazze e 28,4% di ragazzi), in un quadro complessivo d’incremento del rischio al femminile diffuso a tutte le classi di età.

Nel mirino speciale delle nostre raccomandazioni sono le donne in gravidanza o che desiderano un figlio ma che non sono consapevoli dei rischi dell’alcol. Per loro, l’imperativo deve essere di NON BERE. Infatti, in questo momento così delicato, in particolare nei primi tre mesi di gestazione (ma anche dopo), anche un consumo minimo di alcol può pregiudicare la salute e lo sviluppo del bambino perché l’alcol attraversa la placenta e arriva a lui ad una concentrazione equivalente a quella della madre che ha bevuto, con la differenza che il feto non ha enzimi per metabolizzare l’alcol, per cui ne subisce gli effetti dannosi a livello cerebrale e di sviluppo dei tessuti in formazione. Il rischio è alto: condannare il neonato alla diagnosi della Sindrome Feto-Alcolica o Embriopatia Alcolica (link al portale) o ad una delle condizioni comprese nello Spettro dei Disturbi Feto Alcolici.

 

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  • Data di pubblicazione 17 maggio 2021
  • Ultimo aggiornamento 17 maggio 2021