Il 20 novembre si celebra la Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza per ricordare l’entrata in vigore il 20 novembre 1989 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia (che l’Italia ha ratificata nel 1991 con la Legge 176/1991). Composta da 54 articoli che poggiano su quattro principi fondamentali (il diritto alla non discriminazione, la priorità del superiore interesse del bambino, Il diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo, Il diritto all’ascolto e alla partecipazione), la Convenzione ONU riconosce il fanciullo come portatore di diritti (generali e specifici). Tra questi: il diritto all’istruzione; il diritto al gioco, al riposo, al tempo libero; il diritto di esprimere la propria opinione; il diritto alla vita e a crescere in una famiglia; il diritto alla salute e al benessere psicofisico; il diritto a un’assistenza speciale in caso di disabilità.
Nell’occasione della Giornata, il pensiero va ai bambini con malattie rare, che affrontano spesso sfide invisibili ma profondamente significative e impattanti. Le malattie rare, infatti, proprio per la loro complessità, rendono ancora più evidente quanto i diritti dei bambini non siano un’astrazione, ma una necessità concreta. Assicurare loro una diagnosi precoce, cure adeguate e continuità assistenziale significa dare pieno valore al loro diritto alla salute.
Non solo. La rarità della loro condizione non deve mai tradursi in isolamento o discriminazione. Informazione e sensibilizzazione sono strumenti essenziali per costruire una comunità capace di accogliere, comprendere e sostenere.
Garantire il diritto all’istruzione, attraverso percorsi scolastici inclusivi e flessibili, e il diritto all’ascolto, riconoscendo il ruolo attivo delle famiglie, permette a questi bambini di vivere una vita piena e dignitosa, ricca di partecipazione e opportunità.
In questa Giornata, ricordiamo che la tutela dei diritti dell’infanzia passa anche dalla capacità di vedere e valorizzare chi è raro, per trasformare la fragilità in forza e l’invisibilità in consapevolezza collettiva.