A cura di Elida Sergi, Ufficio Stampa ISS
Non è un malessere il nanessere. È un modo di guardare il mondo da una prospettiva diversa: dal basso verso l’alto, a causa della bassa statura generata dall’acondroplasia, formando a partire da questo un’identità personale che nel tempo si rafforza e rende liberi da ogni tipo di stereotipo.
Lo spiega bene nel suo volume Nanessere. Il mondo visto dal basso verso l’alto, Marco Sessa, Presidente di Aisac (Associazione per l'Informazione e lo Studio dell'Acondroplasia) e vicepresidente Uniamo, Federazione italiana malattie rare.
È il nanessere, quel percorso non di semplice accettazione della condizione ma di vera e propria identificazione in sé stessi e nel proprio corpo, che contrasta con una visione per la quale chi ha una statura molto bassa è un “personaggio” proveniente dall’immaginario fantasioso collettivo e non una persona in carne ed ossa.
È sempre il nanessere la molla che spinge ad affrontare, uscendone vincenti, sfide che appaiono immense e che lo sono davvero: come quella di arrivare da adolescenti in Siberia, in piena Unione Sovietica durante la Guerra Fredda nel 1982, per fare un’operazione chirurgica complessa al fine di guadagnare centimetri di altezza preziosi restando soli e lontani dalla famiglia per nove mesi. Ed è infine il nanessere che porta ad andare contro i limiti immaginabili, scegliendo di praticare il taekwondo, un’arte marziale che richiede controllo e flessibilità, anche a livello articolare.
Il nanessere è, in sostanza, nient’altro che essere, vivere e sperimentare.
Quello affrontato nel libro di Sessa è un viaggio profondo nella bellezza della diversità, con un’ampia dose di realismo che porta a una visione della disabilità pura e senza filtri, libera da orpelli.
Marco Sessa, Nanessere, Corsiero Editore, 2022, euro 18,00