Sono state recentemente presentate, nel corso di un evento presso l’Università Roma Tre a Roma, le nuove Linee Guida predisposte dalla Conferenza Nazionale Universitaria dei Delegati all’Inclusione degli Studenti con Disabilità e con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (CNUDD).
Il documento – che arriva a dieci anni di distanza dalla prima versione - si inserisce nell’attuale contesto di cambiamento della normativa nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, in linea con i principi enunciati dalla Convenzione ONU sui loro diritti e, nello specifico, il diritto all’istruzione fino ai massimi gradi. Va anche considerato che il numero di studenti in condizione di disabilità o con DSA che frequentano gli Atenei italiani è significativamente cresciuto. Stando agli ultimi dati disponibili, relativi all’a.a. 2020-21, gli studenti con disabilità erano circa 21.000 mentre quelli con DSA poco meno di 23.000. Complessivamente si tratta del 2,5% della popolazione studentesca universitaria.
Se le Linee Guida varate nel 2014 erano una sorta di vademecum atto ad indicare gli strumenti per supportare gli/le studenti nel loro percorso universitario, quelle attuali si presentano come un “documento politico” sull’inclusione che coinvolge tutta la comunità universitaria. Alberto Arenghi, dell’Università di Brescia e Presidente della CNUDD, ha dichiarato che “quasi certamente queste nuove Linee Guida sono l’unico documento politico in ambito universitario, in cui il concetto di inclusione degli/le studenti con disabilità e/o con DSA e/o con BES viene espresso non tanto e non solo delineando quali siano gli strumenti per supportarli, ma piuttosto come debba organizzarsi la comunità”
Le università sono perciò invitate a fare di più: non solo ad abbattere le barriere fisiche ma anche quelle cognitive e culturali; non solo a utilizzare tecnologie e metodologie all’avanguardia, ma anche a pensarne un accesso facilitato per soddisfare le esigenze di tutti; non solo a sensibilizzare ma anche ad andare oltre gli schemi, quindi a personalizzazione i percorsi formativi e a creare spazi fisici e digitali veramente per tutti, anche mediante approcci di Universal Design.
Tra le pratiche più efficaci per una didattica inclusiva, le Linee Guida annoverano: la comunicazione multimodale che combina l'esposizione orale con supporti visivi come illustrazioni, grafici, tabelle, foto, mappe concettuali; materiali didattici accessibili, ovvero chiari e organizzati, rendendoli disponibili tempestivamente; misure di flessibilità didattica, ottenute suddividendo i contenuti disciplinari in unità più piccole, programmare sessioni di domande e risposte e organizzando incontri individuali o di gruppo per fornire loro un supporto mirato; strumenti visivi e feedback continuo (“mantenere un dialogo costante con le/gli studenti – si legge nel documento - e offrire frequenti opportunità di feedback è cruciale per valutare l'efficacia degli interventi didattici e per adeguarli alle esigenze delle/degli studenti”).
Obiettivo ultimo è che ogni studente abbia le stesse opportunità di successo, indipendentemente dalle sue condizioni di partenza.