È stato inaugurato di recente a Catania lo sportello antiviolenza preparato ad accogliere anche le donne con disabilità, dunque privo di barriere architettoniche, dall’Associazione Thamaia – Centro antiviolenza di Catania. Le donne con disabilità subiscono spesso, infatti, una duplice, anzi multipla, discriminazione, dovuta alla contemporanea presenza di più fattori di rischio, quali l’essere donna e avere una o più disabilità.
Lo sportello, ospitato nei locali dell’Unione Italiana Ciechi (UICI, via Louis Braille n. 6), è aperto ogni lunedì dalle 9 alle 13, e risponde al numero 095 7223990 e alla mail: centroantiviolenza@thamaia.org.
L’iniziativa è frutto del progetto “Venti a favore delle donne: percorsi di libertà per donne che subiscono violenza”, coordinato dalla stessa Associazione in collaborazione con la Fondazione Con il Sud, e altri 16 tra partner istituzionali e della società civile. Progetto che si propone di contrastare la violenza maschile sulle donne con azioni su più fronti, come ha affermato Anna Agosta, presidente dell’Associazione Thamaia, in un articolo riportato su Informare con l’H : “dal potenziamento del Centro Antiviolenza alla riattivazione di Sportelli d’ascolto territoriali, dalla formazione per operatrici e operatori all’implementazione della Rete antiviolenza, e poi prevenzione nelle scuole e sensibilizzazione per superare gli stereotipi e linguaggi sessisti ancora presenti nei media”.
Un’altra iniziativa che fa luce sul fenomeno della violenza nei confronti delle donne con disabilità - spesso nascosto, taciuto, non considerato, insomma che quasi mai affiora, nemmeno nell’ambito di eventi e attività contro la stessa violenza di genere – è il nuovo libro di Accaparlante “La voce a te dovuta” (Ed. La Meridiana).
L’autrice, Valeria Alpi - giornalista, formatrice, viaggiatrice con disabilità che da oltre 20 anni si occupa per il Centro Documentazione Handicap di Bologna di comunicazione sociale, inclusione e violenza di genere - racconta esperienze personali arricchite da interviste a chi da anni, in Italia, si occupa di violenza subìta dalle donne con disabilità, e fa anche il punto su cosa significhi violenza quando si parla di disabilità.
I numeri
I dati rilasciati dall’ISTAT sul fenomeno della violenza di genere - dati integrati provenienti da varie fonti quali ISTAT, Dipartimento per le Pari Opportunità, Ministeri, Regioni, Centri antiviolenza, Case rifugio ed altri servizi come il numero di pubblica utilità 1522 – parlano di un 36,6% di donne con disabilità che hanno subìto episodi di violenza fisica o sessuale. Nell’ambito di un fenomeno generale, grave e diffuso: il 31,5% delle 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subìto violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila).
Relativamente all’Utenza dei Centri Antiviolenza (CAV), sempre dai dati ISTAT emerge che, nel 2022, erano 2.033 (11,2%) le donne con disabilità che stavano facendo il loro percorso di uscita dalla violenza. Lo 0,5% di queste aveva una disabilità sensoriale, l’1,6% motoria, 1,9% una disabilità intellettiva, il 7,9% altra tipologia di disabilità. L’informazione non si è potuta rilevare dal 30,5% dei centri. I dati relativi al 2022 testimoniano anche che solo il 30,1% dei CAV organizza incontri di formazione sull’accoglienza delle donne con disabilità, tuttavia queste non sempre possono contare su iniziative o su materiali accessibili se hanno deficit sensoriali o intellettivi. È infatti solo il 18,6% dei CAV a fornire tali supporti e facilitatori, nelle Regioni del Centro tale quota sale al 26%, mentre è più bassa nelle Isole, nelle quali si ferma all’11,5%. Riguardo al tema dell’accessibilità delle Case rifugio, i dati raccolti nel 2021, testimoniano che il 49,6% ha adottato misure per il superamento delle barriere architettoniche e sono solo il 15,5% quelle che fanno formazione sull’accoglienza delle donne con disabilità.
Sempre l’ISTAT, in una più recente indagine sulle molestie sul luogo di lavoro (2022-2023), stima che il 13,5% delle donne di 15-70 anni (il 2,4% degli uomini di 15-70 anni), che lavorano o hanno lavorato, abbia subito molestie sul lavoro a sfondo sessuale nel corso dell'intera vita (soprattutto le più giovani di 15-24 anni, 21,2%). L’unico dato riferito alla disabilità testimonia che “avere limitazioni (gravi e non gravi) pesa sull’essere vittima di molestie sessuali: per le donne il 16,4% e per gli uomini il 3,8%”.
Infine, il dato più recente, ma locale perché emerge dal Centro antiviolenza per disabili del comune di Torino, conta 107 denunce di violenza solo nel 2024.
Leggi il Report sulla violenza contro le donne con disabilità, dati 2021-2022, dell’Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori della Direzione Centrale della Polizia Criminale