Un passo in più verso un'Unione sanitaria europea è stato compiuto lo scorso marzo con l’accordo tra il Parlamento e i ministri dell'UE per il Regolamento sullo Spazio Europeo dei Dati Sanitari (EHDS), che ora attende formale adozione.
L’EHDS è la chiave per l’introduzione a pieno regime della telemedicina e, dunque, per la trasformazione digitale dell'assistenza sanitaria all'interno degli Stati membri. Trasformazione digitale che dovrebbe migliorare l’utilizzo e lo scambio dei dati sanitari in tutta l'UE e, dunque, velocizzare e ottimizzare l'erogazione dei servizi, dando oltretutto più controllo ai cittadini sui propri dati elettronici. In altre parole, se i dati personali sono accessibili ai pazienti e messi a disposizione di operatori sanitari o farmacie, trasmessi nel formato giusto e, nella misura del possibile, tradotti nelle lingue ufficiali dell'Unione, il destinatario deve essere in grado di leggerli e utilizzarli per l’erogazione dell’assistenza sanitaria o per la dispensazione di un medicinale, ovunque si trovi il paziente.
L’EHDS consente, quindi:
1. maggiore responsabilizzazione dei pazienti;
2. scambio transfrontaliero di dati sanitari;
3. incremento della ricerca e dell'innovazione, grazie all'uso secondario dei dati sanitari;
4. rafforzamento dei sistemi sanitari, rendendoli più efficienti e sostenibili;
5. elevati standard di protezione dei dati e privacy, in linea con il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) dell'UE;
6. preparazione e risposta alle crisi, grazie all’accessibilità e interoperabilità dei dati, come ha insegnato la pandemia di COVID-19.