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Violenza contro le donne con disabilità: 105 i casi di maltrattamento, 24 di abusi sessuali e 6 di stalking in un anno. Sempre troppi

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Nonostante la Convenzione di Istanbul per la prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica, siglata nel 2011, abbia acceso un faro sul fenomeno, e nonostante, per l’Italia, la legge 19 luglio 2019, n. 69, conosciuta come “Codice rosso”, abbia introdotto per i casi di violenza sulle donne una corsia prioritaria e accelerata, il fenomeno non si arresta. Come attestano i dati, dettagliati e numerosi, contenuti nel report della Direzione Centrale della Polizia Criminale pubblicati in occasione della scorsa Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Nell’ambito di questo fenomeno, poi, è stato realizzato dall’Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori, un organismo interforze del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, un focus su alcuni reati commessi nei confronti delle donne con disabilità, nei periodi 1 ottobre 2020 - 30 settembre 2021 e 1 ottobre 2021 – 30 settembre 2022.

Sulla base del monitoraggio è emerso che i crimini commessi a danno delle donne con disabilità, anche minorenni, hanno subìto una leggera flessione. Nello specifico, si sono avuti rispettivamente 125 e 105 episodi di maltrattamenti nei confronti delle donne con disabilità familiari o conviventi. Frequente è il caso di minori con disabilità vittime di violenza assistita tra le mura domestiche.

Per quanto riguarda la violenza sessuale, nei periodi di riferimento sono stati registrati rispettivamente 26 e 24 casi. Tali reati, si legge nel report, colpiscono maggiormente le donne con disabilità di tipo cognitivo, con difficoltà a riconoscere l’abuso e a denunciarlo. Nei casi di donne con disabilità fisica, invece, la vittima viene presa di mira a causa delle sue difficoltà motorie che non le consentono di fuggire od opporre resistenza. Molto spesso gli abusi sessuali avvengono all’interno della famiglia o nelle strutture deputate alla cura e all’assistenza. Generalmente l’autore del reato è una persona vicina, che gode della fiducia della vittima: un familiare, un amico, un operatore sanitario, un insegnante, un volontario o il caregiver.

Riguardo agli episodi in cui è stato contestato il reato di atti persecutori nei periodi in esame sono stati denunciati rispettivamente 15 e 6 episodi. Il reato di stalking talvolta viene commesso da partner ed ex partner, ma anche da vicini o conoscenti. Anche il web fa la sua parte: molte giovani con disabilità vengono contattate sui social network e indotte a produrre materiale sessualmente esplicito. Sovente, tali vicende si concludono con richieste estorsive, anche di natura sessuale, sotto la minaccia di divulgare il materiale pornografico che la ritrae. Va evidenziato, che il sommerso è tanto perché le persone con disabilità difficilmente denunciano, per la mancanza di alternative, per la paura di non ricevere sostegno, per l’incapacità di chi riceve la richiesta d’aiuto di riconoscere quella particolare forma di violenza e documentarla in maniera adeguata, e anche per il timore di perdere il supporto – dal momento che spesso chi usa loro violenza è chi le assiste - che pone le donne in una condizione di dipendenza e sottomissione.

  • Data di pubblicazione 2 dicembre 2022
  • Ultimo aggiornamento 2 dicembre 2022