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Diana Del Bufalo e il mondo delle malattie rare: “fondamentale la compartecipazione, nessuno va lasciato solo”

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L’abbiamo vista nei panni di Monica Giulietti nella fiction TV “Che Dio ci aiuti”, tuttora in onda su Rai 1, e la ritroviamo adesso al centro dello spot realizzato da UNIAMO FIMR onlus per la XIV Giornata delle Malattie Rare, ormai alle porte. L’attrice e conduttrice Diana Del Bufalo presta, per l’occasione, la sua voce alle persone con malattia rara e alle loro famiglie. E lo fa con entusiasmo e con impegno.


1. Diana, cosa ti ha portato a interessarti al mondo delle malattie rare?

Mi è capitato di mettermi nei panni delle famiglie dei pazienti che ricevono, magari dopo tante visite mediche ed esami clinici, una diagnosi di malattia rara. La diagnosi precoce è fondamentale perché può portare all’individuazione di una cura o comunque al miglioramento della qualità di vita. Sono rimasta molto colpita da queste situazioni e ho scelto di partecipare allo spot di UNIAMO anche perché un amico di famiglia è colpito da una sindrome molto rara, quindi è un tema che mi riguarda da vicino. 

Sapere che in Italia ci sono più di un milione di persone che vivono con queste malattie e che di queste 1 su 5 è un bambino non mi lascia indifferente; ho deciso perciò di fare il possibile per sostenere la Federazione in occasione della Giornata delle Malattie Rare. 


2. Che cosa ha significato per te partecipare al progetto?

Sono onorata di aver preso parte alla realizzazione dello spot e ringrazio UNIAMO per avermi dato questa opportunità, anche perché per me è la prima volta che partecipo a un progetto sociale. Sono consapevole di quanto possa essere importante sposare una campagna di sensibilizzazione e sono molto contenta di aver aderito allo spot #UNIAMOleforze. Mi auguro che la mia partecipazione possa contribuire a diffondere la conoscenza di queste malattie e avvicinare a queste tematiche anche persone che non appartengono al mondo delle patologie rare. 


3. Nello spot #UNIAMOleforze insieme a te ci sono tanti pazienti ma anche familiari, caregiver e operatori sanitari e sociali. Qual è il tuo messaggio per loro in occasione della Giornata delle Malattie Rare?

La cosa bella di questo spot è proprio la compartecipazione delle persone con malattia rara. Vedermi sullo schermo insieme ai piccoli e grandi pazienti, alle mamme e ai professionisti mi ha davvero emozionata. Credo che sia fondamentale dare supporto alle persone che si occupano quotidianamente, spesso 24 ore su 24, dei malati. Le mamme e i papà, i parenti e gli operatori sono indispensabili nella vita di una persona con malattia rara, sono un punto di riferimento e non devono essere lasciati soli. Non posso che fare mio il claim della Federazione “#UNIAMOleforze per dare voce ai malati rari e alle loro famiglie”. 

In questo momento in cui non possiamo essere fisicamente vicini, ci incontreremo sui social. Potete partecipare con me alla campagna e pubblicare una foto con l’hashtag #UNIAMOleforze e #RareDiseaseDay. 


4. Nello spot sottolinei la necessità di un’assistenza sanitaria e sociale. Cosa significa?

Collaborando con la Federazione ho scoperto che le “famiglie rare” hanno grande speranza nella ricerca ma nell’attesa devono rapportarsi quotidianamente con la malattia e con tutto ciò che questo comporta: la gestione delle cure, del tempo libero, della scuola. In questo senso, l’assistenza sanitaria e quella sociale sono fondamentali quanto la ricerca per una cura. 


5. Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Al momento sto terminando le riprese della sesta stagione di “Che Dio ci aiuti”, attualmente in onda, e ho finito da poco le riprese della serie Sky “Ridatemi mia moglie” insieme a Fabio de Luigi e Anita Caprioli. 


  • Data di pubblicazione 15 febbraio 2021
  • Ultimo aggiornamento 15 febbraio 2021