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Disabilità e povertà: 9 persone su 10 chiedono servizi e non soldi. Il quadro dei bisogni e delle richieste nell’indagine CBM-Zancan

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Secondo i più recenti dati Istat, in Italia ci sono oltre 3 milioni di persone con disabilità e 5,6 milioni di persone in povertà assoluta (dati 2022). Ed è noto che le famiglie di persone con disabilità presentano un maggiore rischio di povertà o di esclusione sociale: nel 2022, nel nostro Paese era a rischio di povertà o esclusione sociale il 32,5% delle persone di 16 e più anni con disabilità (con gravi limitazioni nelle attività quotidiane) contro il 23,8% della popolazione totale.

Eppure queste famiglie chiedono soprattutto servizi ‘umanizzati’, in grado di mettere la persona al centro, per una presa in carico globale, prima ancora dei contributi economici. È una delle evidenze principali che viene fuori dall’indagine Disabilità e povertà nelle famiglie italiane, condotta da CBM Italia - organizzazione umanitaria impegnata nella prevenzione e cura della cecità e della disabilità e nell'inclusione delle persone con disabilità nel Sud del mondo e in Italia - insieme alla Fondazione Emanuela Zancan Centro Studi e Ricerca sociale.

Lo studio, diffuso in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità del 3 dicembre, ha raccolto dati attraverso un questionario somministrato a 272 persone con disabilità, tra 14 e 55 anni, che vivono in situazione di disagio socioeconomico. L’indagine dipinge, per la prima volta, un quadro ricco di dati su disabilità, povertà e isolamento sociale. Eccone alcuni:

-  la madre è la figura maggiormente citata tra coloro che si prendono cura del familiare con disabilità: viene indicata in 6 casi su 10, seguita dal padre (35%), da fratello/sorella (23%). Oltre ai familiari, si prendono cura della persona gli operatori (9%), l’assistente familiare (5%) o i volontari (5%). Nel 37% dei casi c’è un solo caregiver e in quasi un caso su quattro (23%) si tratta della madre;

-  nell’ultimo anno, poco più di 1 persona con disabilità su 5 ha beneficiato di prestazioni non sanitarie di aiuto e assistenza a domicilio erogate dall’ente locale, e solo una persona su 10 ha ricevuto prestazioni sanitarie a domicilio da parte della azienda sanitaria;

- gli aiuti richiesti più frequentemente, perché non ricevuti o ricevuti in misura insufficiente, sono: l’assistenza sociosanitaria (39%) e quella sociale (37%), la mobilità (25%), l’aiuto economico (24%), la socializzazione (23%), il lavoro (indicato in un quinto dei casi);

-  chi ha una condizione di disabilità meno compromessa, chi vive al Centro-Nord e chi vive in famiglie non deprivate materialmente chiede più frequentemente aiuti finalizzati all’inclusione sociale (socializzazione e lavoro). Chi, invece, ha una condizione di disabilità più complessa, chi vive nel Mezzogiorno e chi vive in famiglie con deprivazione materiale chiede più frequentemente aiuti socioassistenziali o sociosanitari. Considerando il totale degli aiuti richiesti alle istituzioni pubbliche, quasi 9 su 10 sono servizi e/o contributi finalizzati alla fruizione di servizi, mentre poco più di 1 su 10 sono trasferimenti economici o beni materiali di prima necessità.

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  • Data di pubblicazione 2 dicembre 2023
  • Ultimo aggiornamento 2 dicembre 2023