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Wonderadio, un altro modo di vedere il mondo

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di Asia Cione

 E’ una giovane radio (nata nel 2018), ma che fin da subito ha fatto conoscere il suo obiettivo: quello di essere uno spazio di condivisione, nel mondo delle radio online o web radio, tra persone vedenti e non, unite, oltre che dalla passione per la radio, da quella di incontrarsi e imparare reciprocamente l’uno dalle esperienze dell’altro. Wonderadio – questo il nome in onore di Stevie Wonder, cantautore e musicista statunitense non vedente dalla nascita -  è un progetto che ha preso vita da un’iniziativa di Annalisa Albanese e Marco Antonio Rubini, a seguito proprio del momento difficile che Marco attraversava a causa della perdita di vista. Lo abbiamo incontrato per RaraMente.

Come nasce il progetto Wonderadio?

 “In concomitanza della mia graduale perdita della vista, la mia amica Annalisa mi propose questa idea, ovvero quella di partecipare ad un bando della Regione Puglia che offriva dei fondi per start-up”.

 Ti piaceva già il mondo della radio?

 “Sì, fare radio era un’idea che mi appassionava moltissimo e non vedevo l’ora di poter avviare il progetto condividendolo con altri ragazzi e ragazze: abbiamo subito iniziato a coinvolgere persone con disabilità visive nei dintorni della nostra città (Bari), e abbiamo riscontrato immediatamente un grande entusiasmo. Dopo l’allestimento ‘su misura’, adattato alle nostre esigenze, e l’inaugurazione, abbiamo dato il via a dei laboratori grazie a professionisti del settore per insegnare ai nostri ragazzi come fare radio, diventando sempre più autonomi nella gestione del servizio”.

Dopo quanto tempo siete riusciti ad organizzare un palinsesto completo?

 “Quasi da subito. Nonostante non fossimo tanti, ci ha animato un grande entusiasmo: alcuni di noi riuscivano a realizzare anche due programmi a settimana garantendo un ricco palinsesto. Il primo anno, nel 2018, avevamo già una copertura settimanale con sette programmi.”

Che genere di radio è la vostra? Di cosa si parla? Che cosa racconta?

 “È una radio composta da programmi, senza copertura o filler musicali, con un’agenda ricca e variegata: un programma condotto da Nino e Michele, ad esempio, ‘The Vinyl Breakfast Club’, è dedicato all’analisi e all’approfondimento della storia degli album musicali attraverso il panorama culturale dell’epoca; ‘Autostrada della Cisa’, invece, condotto da Francesco e Gianpaolo, è un vero e proprio racconto dei posti che hanno visitato (dall’America latina alla Russia passando per il Messico) descritti attraverso una narrazione accattivante e accurata che lascia l’ascoltatore immedesimarsi e calarsi senza difficoltà. E inoltre: si passa da programmi esilaranti che parlano di cucina come “Spaghetti alla Chitarra” a podcast dedicati al Silent Festival fino ai temi legati al genere e all’identità di genere come “AWAND A QUEER”, “VoxFem Italy”, “Wonder Woman” disponibile sulla piattaforma Spreaker cercando Wonderadio” .

Il vostro punto di forza?

“La nostra radio è eterogenea: è composta da persone vedenti e non, indistintamente. Nel 2017, quando Annalisa mi ha proposto di intraprendere questo progetto, avevo appena iniziato a perdere la vista; quando ho incontrato i ragazzi non vedenti che hanno iniziato a fare radio con noi ho imparato tanto: mi hanno accompagnato in questa transizione e ci hanno insegnato come rendere uno spazio di condivisione e di lavoro inclusivi, partendo da come andassero disposti oggetti e strumentazione nello studio a come interagire o contingentare le frequenze. Io, nel frattempo, ho imparato il Braille per creare delle etichette da posizionare nella nostra sede che favorissero l’orientamento all’interno della struttura, oppure delle indicazioni sui cassetti che descrivessero ciò che contenevano, in modo da rendere i ragazzi autonomi potendo trovare la strumentazione di cui necessitavano senza bisogno di aiuto”.

 Imparare un nuovo linguaggio come il Braille che significato ha avuto per te?

 “E’ stato molto importante perché ha ridato linfa alla mia passione: la musica. Un’associazione a cui mi ero rivolto mi ha messo in contatto con un insegnante di pianoforte in grado di tradurre per me gli spartiti. Non potendo più leggere le note, posso ben dire che il Braille mi ha restituito la musica”.

 

 

 

  • Data di pubblicazione 2 maggio 2022
  • Ultimo aggiornamento 2 maggio 2022