Chiedere direttamente alla persona non vedente o ipovedente, anticipare quello che sta succedendo per metterla a proprio agio, “usare” il corpo della persona – accompagnandola sottobraccio, aiutandola a sedersi etc. – solo dopo aver chiesto se possiamo farlo.
Sono queste le tre regole fondamentali che guidano le best practice di accoglienza e accompagnamento di una persona con disabilità visiva in ospedale. Regole che vengono ben spiegate in un video, che è frutto di un progetto di sensibilizzazione e formazione del personale sanitario dell’UICI di Cuneo, in collaborazione con la Presidenza dell’UICI Piemonte e dell’ASL Cuneo 1. Regole che vengono praticate nell’Ospedale di Mondovì (Cuneo), dove il video è stato girato.
Le persone cieche e ipovedenti, che non sempre portano il bastone bianco o il cane guida e che quindi non è detto che siano riconoscibili, hanno il diritto di sentirsi a proprio agio, soprattutto in ambienti e percorsi, come quelli ospedalieri, che non conoscono. A far questo, bastano pochi accorgimenti: innanzitutto va loro chiesto se vogliono essere aiutate (ad esempio a compilare un modulo, a recarsi nella sala prelievi o dove devono sottoporsi all’esame diagnostico), poi devono essere accompagnate come meglio preferiscono (sottobraccio o in modo tale che loro reggano il braccio che la persona gli porge) e non spostate come ‘pacchi’. Insensato usare espressioni di luogo come “lì”, “più in qua”, “segua il percorso viola” e così via. Va loro spiegato, infine, cosa sta capitando con brevi e precise descrizioni (“ci possiamo sedere nell’attesa di…”, “mi sto mettendo i guanti”, “adesso le faccio il prelievo” e così via).
Il filmato, che vuole essere un punto di riferimento non solo per le strutture sanitarie della Provincia di Cuneo, ma per l’intera Regione, spiega molto bene, con una serie di “pillole”, i comportamenti scorretti, da evitare, e quali sono, invece, le buone pratiche da adottare.