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A rischio la produzione di medicinali plasmaderivati che, per molti pazienti, costituiscono farmaci salvavita. La raccolta di plasma infatti è diminuita del 5,4% nei primi cinque mesi dell’anno (dati del Centro Nazionale Sangue) rispetto allo stesso periodo del precedente anno in tutte le Regioni e diminuisce anche la raccolta del plasma negli Stati Uniti, da cui l’Europa dipende per l’importazione di medicinali plasmaderivati, con conseguente incremento dei prezzi degli stessi medicinali. L’allarme viene lanciato dalla Federazione Italiana Donatori di Sangue (FIDAS) che invita a scoprire la bellezza di un gesto gratuito, volontario e che permette a molti pazienti di avere il miglior trattamento possibile per la loro patologia.

Le ragioni alla base di questo quadro sono diverse: la perdurante pandemia, lo scarso ricambio generazionale dei donatori, l’estate e dunque le vacanze ormai alle porte, la carenza di personale medico e la riduzione degli orari di apertura dei Servizi Trasfusionali in questo periodo. Eppure sono molti i pazienti che necessitano di medicinali plasmaderivati: chi è colpito da immunodeficienze primitive e neuropatie disimmuni, gli emofilici e molti altri malati rari.

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