NEWS

Scoperta una nuova malattia ultra-rara: la sindrome cardio-facio-cutaneo-articolare

placeholder image

di Flaminia Serra

La Genetica Medica della Fondazione IRCSS Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo (Foggia) ha coordinato uno studio internazionale che si è concluso con l’identificazione di una nuova malattia ultra-rara: la sindrome cardio-facio-cutaneo-articolare. Tale condizione ereditaria è caratterizzata da una lassità congenita dei tessuti connettivi e si manifesta con una grande varietà di caratteristiche quali ipermobilità e instabilità articolari, cute particolarmente soffice, tratti somatici riconoscibili, anomalie cardiache e problemi di crescita. Le persone che hanno partecipato allo studio (12 in totale appartenenti a nove famiglie diverse) sono risultate tutte portatrici di mutazioni in una specifica regione del gene TAB2. Le caratteristiche riscontrate in queste famiglie sono somiglianti a quelle presentate da chi è colpito dalla sindrome da microdelezione 6q25.1, che è la regione cromosomica in cui è localizzato proprio il gene TAB2. La studio alla base della scoperta è stato pubblicato sulla rivista americana Genetics in Medicine.

Contestualmente alla identificazione di questa nuova condizione genetica ultra-rara, a gennaio 2022, la Fondazione IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza è entrata nelle due reti ERN di riferimento per le malattie rare e complesse della pelle (ERN-SKIN) e dell’apparato muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo (ReCONNET). Il coinvolgimento della Fondazione in queste ERN è avvenuto grazie all’interesse che l’istituzione ha maturato negli anni relativamente alla diagnosi, alla cura e alla ricerca biomedica nel settore delle patologie ereditarie del tessuto connettivo, come le sindromi di Ehlers-Danlos. 

Per conoscere più da vicino questa malattia ultra-rara abbiamo intervistato il dott. Marco Castori, medico genetista e direttore dell’Unità Operativa Complessa di Genetica Medica della Fondazione IRCSS Casa Sollievo della Sofferenza.

 Dott. Castori, quali sono stati gli elementi che vi hanno permesso di identificare questa nuova malattia e quanto è stata importante la collaborazione con altri centri di ricerca?

"Il primo elemento che ci ha portato, dopo un lungo “viaggio” durato più di cinque anni, a riconoscere e descrivere questa condizione è stata l’opportunità di aver incontrato i nostri primi pazienti in un ambulatorio dedicato alle patologie ereditarie del tessuto connettivo. L’ambito delle malattie rare è vastissimo e nessuno di noi, medici interessati all’argomento, è in grado di approfondire tutti i suoi settori. Pertanto, “super-specializzarsi” come medici di un particolare sottoargomento nel vasto mondo delle malattie rare è il primo e imprescindibile passo per poter giungere a scoperte inattese come la sindrome “cardio-facio-cutaneo-articolare”. Il secondo elemento è stato certamente quello di poter lavorare da anni nel territorio di confine tra la realtà tangibile dello studio medico e quella intangibile (o comunque meno tangibile) del laboratorio di Genetica Medica. Poter vivere entrambi i contesti è stato ed è un privilegio che ancora troppi pochi professionisti sanitari, purtroppo, riescono a vivere in Italia. Questo tipo di esperienze infatti sono un potente volano non solo per realizzare nuove scoperte, ma anche e soprattutto per attribuire ad esse un senso di alleanza e lealtà tra persone “ammalate” e ricercatore biomedico. Il terzo punto è rappresentato dalla collaborazione con altri centri italiani ed esteri. Ormai sono tante le ragioni alla base della collaborazione tra centri di clinici e di ricerca in Europa e nel mondo. Mi piace pensare che la motivazione alla base di questa “piccola” scoperta sia stata la stima reciproca e un genuino interesse al progresso delle conoscenze come “passepartout” per un progresso della salute. Senza la collaborazione di altri centri semplicemente non avremmo potuto ottenere i dati necessari alla realizzazione della pubblicazione".  

Presso la Casa Sollievo della Sofferenza è attivo un ambulatorio per le malattie non diagnosticate. Quali sono le attività che svolgete? 

"Grazie a un finanziamento della Regione Puglia, nel 2021 abbiamo avviato, in linea con iniziative simili presso alcuni altri centri noti nel Centro e nel Nord Italia, un ambulatorio mensile per le persone con quadri complessi e ancora privi di una diagnosi. Anche in questo settore, come per le malattie rare in generale, è difficile (se non impossibile) occuparsi di tutto. Al momento, stiamo sviluppando competenze integrate clinico-laboratoristiche per le patologie dello sviluppo somatico e del neurosviluppo, ovvero condizioni ad esordio congenito/pediatrico con alterazioni dello sviluppo di uno o più organi. In questa vasta tematica vengono incluse le disabilità intellettive di origine ignota e le altre patologie del neurosviluppo, associate ad anomalie somatiche e/o degli organi interni: le cosiddette “sindromi genetiche di ndd” (ndd = “di natura da determinare”), che restano tali anche dopo svariati test genetici eseguiti presso la nostra struttura o altrove. Tali situazioni, se ritenute “aggredibili” con le ultime risorse tecnologiche a disposizione della nostra Unità Operativa, vengono affrontate tramite un percorso di laboratorio dedicato e in continuo aggiornamento. La speranza è anche istituire nel tempo un percorso di cure che coinvolga le altre Unità Operative di ricovero della Fondazione IRCCS-Casa Sollievo della Sofferenza e il territorio non solo “dopo” il raggiungimento della diagnosi ma anche (e forse soprattutto) “prima”. 

 La diagnosi è punto di arrivo ma spesso anche punto di partenza: cosa ha significato per le persone coinvolte nello studio poter “dare un nome” alla propria condizione e quali sono i prossimi passi per arrivare a garantire loro una terapia?

"La diagnosi apre un nuovo scenario o, meglio, apre la possibilità a nuove domande e richieste da parte del paziente e della sua famiglia. Le richieste sono legittime e derivano da un assunto implicito al “patto” sancito quando la persona ammalata e la sua famiglia aderiscono a un progetto di studio scientifico. Il “patto” è che la comunità scientifica si impegna a far sì che l’eventuale identificazione della causa molecolare della condizione sia il punto di partenza di un percorso che porti, nel medio e lungo periodo, a fornire nuove opportunità di benessere a chi è colpito da quella determinata patologia. Nel caso specifico della sindrome cardio-facio-cutaneo-articolare, siamo attivi nel cercare finanziamenti e collaborazioni per comprendere quali meccanismi cellulari e omeostatici vengono alterati dalla mutazione di TAB2, per poter così intercettare molecole in grado di ristabilire “la normalità” nei tessuti chiave, come l’apparato cardiovascolare. E’ un nuovo “viaggio” che durerà anni, ma l’impegno a cercare di rispettare quel “patto” è molto forte".   

 

  • Data di pubblicazione 21 aprile 2022
  • Ultimo aggiornamento 21 aprile 2022