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Sport e disabilità, al via la prima edizione di “PN Sitting Volley League 2021”

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L’appuntamento è per i prossimi sabato e domenica 27 e 28 novembre 2021 presso l’impianto PalaGallini di Pordenone, dove si disputerà per la prima volta la “PN Sitting Volley League 2021”, manifestazione voluta dall’Associazione sportiva Alta Resa e organizzata in collaborazione con FIPAV Friuli Venezia Giulia (FVG) e FIPAV Pordenone (PN) e con il contributo del Comune di Pordenone.

La manifestazione, che coinvolge squadre provenienti da Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Marche, fa parte di una serie di eventi dimostrativi di sitting volley che Alta Resa, unica rappresentante regionale ad avere una squadra che pratica questo sport, sta portando avanti in Friuli Venezia Giulia in collaborazione con FIPAV FVG, per dare visibilità a questo sport paralimpico e abbattere il muro delle differenze nei confronti delle persone con disabilità.

 Cos’è il sitting volley: l’esperienza di Simone Drigo, della nazionale paralimpica

 Il sitting volley nasce in Olanda alla fine degli anni ’50 per favorire, attraverso lo sport, l’integrazione sociale di persone con disabilità fisica. Consiste in una pallavolo praticata da seduti a terra con regole molto simili a quelle della pallavolo tradizionale. È uno sport altamente inclusivo perché viene praticato anche da persone che non sono disabili: stando seduti a terra, infatti, tutti i giocatori sono uguali.

 “Non è facile entrare in contatto con questa disciplina, io l’ho scoperta per caso – racconta Simone Drigo, della nazionale maschile paralimpica -. Per quasi vent’anni ho giocato a pallavolo classica, anche in serie B, poi nel 2015, ricevuta la diagnosi della malattia di Cushing, ho dovuto lasciare la squadra. Dopo 3 anni mi era tornata la voglia di scendere in campo, ho visto un video online in cui dei ragazzi giocavano a sitting volley e tramite la mia FIPAV - Friuli sono stato indirizzato verso la sede più vicina: Treviso. Lì ho conosciuto Silvia Biasi, attualmente nella nazionale femminile, anche lei viveva a più di un’ora di distanza dalla palestra in cui ci allenavamo. C’è chi fa anche due o due ore e mezza per allenarsi, non ci sono molte squadre”.

 Ma ciò che inizialmente sembrava essere un ostacolo è diventata un’occasione. “Sia io che Silvia abbiamo deciso così di distaccarci e dare vita a una nostra attività. Io mi sono spostato a Pordenone essendo friulano, e non essendoci nulla in regione abbiamo deciso di fare da apripista con il sitting volley all’interno della realtà Alta Resa, associazione sportiva dilettantistica. Ad oggi sono giocatore del club, referente del ramo sitting volley, allenatore e referente tecnico regionale”.

 All’inizio di questa avventura, tuttavia, non sono mancati gli ostacoli. “La federazione non aveva grande interesse a promuovere la disciplina, successivamente ci è stato assegnato un consigliere che ci ha aiutato a trovare sponsor. Essendo uno sport destinato ai disabili non esistono luoghi prestabiliti in cui trovarli, l’unico modo è organizzare eventi promozionali nelle quattro province delle nostre regioni. A Gorizia, ad esempio ci siamo inseriti nel corollario di un’iniziativa nata per promuovere lo sport paralimpico in cui anche atleti della pallavolo classica si sono seduti a terra per giocare con noi. Adesso finalmente siamo riusciti ad organizzare un torneo interregionale (il PN Sitting Volley League 2021) per far conoscere la realtà del sitting volley”.

 Ma quali sono gli scogli tecnici contro i quali un giocatore di sitting volley si scontra?

Un atleta paralimpico spesso viene attratto da uno sport individuale, è più facile ottenere risultati e sono più conosciuti. Negli sport di squadra è molto più complesso: i risultati arrivano con più difficoltà e, soprattutto, spesso ex atleti di pallavolo “classica” si ritrovano a giocare con neofiti, ovvero con chi ha appena iniziato. Nella nazionale ci sono giocatori che prima non praticavano sport di squadra: il sitting volley ti insegna a stare in un gruppo, a tenere conto dei risultati che raggiunge la squadra lavorando insieme”.

 

 Leggi anche l’intervista a Francesca Fossato, della nazionale femminile di sitting volley alle paralimpiadi di Tokyo 

 

 

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  • Data di pubblicazione 26 novembre 2021
  • Ultimo aggiornamento 26 novembre 2021